Alpinismo

Mauro Corona: biografia dell’alpinista, scrittore e scultore friulano

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Giuliana Presti

Mauro Corona è un alpinista, scrittore e scultore italiano. Nasce il 9 agosto del 1950 a Baselga di Pinè in Trentino, per poi stabilirsi insieme alla famiglia a Erto. Fin da bambino segue le orme del padre e del nonno, che gli fanno scoprire la passione per le montagne e per il legno, diventando uno degli alpinisti e scultori lignei più apprezzati. «Era una vita a contatto con la natura e con gli elementi della terra. Fin da bambini ci mandavano da soli in fondo alla valle del Vajont a raccogliere legna da ardere“, racconta Corona.

Oggi è anche uno degli scrittori italiani più apprezzati a livello internazionale e alcuni dei suoi libri di narrativa, saggistica e poesie, sono diventati best sellers.

Sono nato a Pinè in un carretto, durante uno dei peregrinaggi di mia madre. Gli ertani partivano da Erto a piedi, con carretti pieni di mestoli e utensili di legno che vendevano lungo il viaggio. Arrivare a Pinè da Erto significava fare più di 140 chilometri a piedi. Quel giorno mia mamma si accorse che non poteva più aspettare. Dovevo nascere. Le donne delle famiglie più povere partivano per viaggi del genere anche in gravidanza“.

A soli 13 anni scala il Monte Duranno e nel 1977 inizia ad attrezzare le falesie di Erto e Casso. Scala tutte le montagne del Friuli e si sposta anche in Groenlandia e nella Yosemite Valley in California.

Foto | Facebook (https://www.facebook.com/maurocoronaufficiale)

Nel 1997 inizia a pubblicare alcuni suoi racconti, ottenendo diversi riconoscimenti. Comincia così la sua carriera da scrittore. Tra le sue pubblicazioni più recenti ricordiamo la fiaba Favola in bianco e nero (2015) la raccolta di racconti I misteri della montagna (2016), e i romanzi La via del sole (2016) e Nel muro (2018).

Il disastro del Vayont raccontato da Mauro Corona

La sera del 9 ottobre 1963 un’enorme frana si staccò dalle Prealpi italiane precipitando nel bacino del Vayont, provocando un’enorme ondata di acqua che distrusse i centri situati nella valle. Mauro Corona ricorda quel giorno rilasciando parole toccanti durante un’intervista per il portale di Erto e Casso: “La notte si andò a dormire. A un certo punto sentimmo un fortissimo terremoto. Era il terremoto del Vajont. Un rumore che solo i sopravvissuti possono ricordare e che nessuno mai potrà imitare. Il rumore di quella notte fu qualcosa di indescrivibile”, “l dramma del Vajont ha lasciato una memoria di nostalgie, di una patria perduta. Ha cancellato usi, costumi, tradizioni, la cultura del tempo, l’artigianato, il taglio del fieno, la fienagione, i boscaioli. Tutto scomparso. La comunità fu smembrata e disseminata per la pianura come chicchi di granturco. Si ricostruì una borgata nuova dalle parti di Maniago (Vajont), un’altra dalle parti di Belluno (Nuova Erto) e la gente venne portata in questi luoghi. Alcuni scelsero di rimanere“.

Foto | Facebook (https://www.facebook.com/maurocoronaufficiale)

Ricordo un boato indescrivibile, come il rombo di centinaia di aerei che solcano il cielo. Siamo usciti tutti all’aperto, terrorizzati. Era buio pesto. Mia zia Tina, sordomuta, era rimasta in casa, ignara. Toccò a me andare a tirarla via da lì, con la terra che tremava come durante un terremoto. Ci andai, anche se non mi reggevo sulle gambe. Mio padre era via, a caccia, i miei fratelli erano piccoli. Mio nonno non c’era più. Toccava a me aiutare la zia”, racconta Mauro Corona.

 

Giuliana Presti

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