Una personalità leggendaria. Per gli amanti delle scalate in montagna il nome di Tenzing Norgay rappresenta un vero e proprio idolo, un punto di riferimento.
Il suo è il nome forse più famoso nella storia dell’alpinismo, dove si è distinto per essere stato il primo Sherpa a raggiungere la vetta del monte Everest, al termine di una spedizione incredibile negli anni Cinquanta del Novecento.
Proviamo a ripercorre insieme le tappe più importanti che hanno segnato la sua vita, approfondendo così la conoscenza di un personaggio davvero unico.
Chi è Tenzing Norgay
Nato il 29 maggio del 1914 (questa la data scelta convenzionalmente per indicare il suo compleanno, nonostante l’incertezza ancora presente), Tenzing Norgay è cresciuto nella valle del Khumbu, in Nepal, nei pressi dell’Himalaya.
Questo è ciò che lui stesso ha raccontato nella sua autobiografia, nella quale ha detto di essere stato allevato da genitori di origine tibetana. Il padre, un pastore di Yak, si chiamava Ghang La Mingma mentre la madre Dokmo Kinzom.
Undicesimo di tredici fratelli, fu chiamato originariamente Namgyal Wangdi, ma il suo nome venne poi cambiato su consiglio del fondatore del monastero di Rongbuk, Ngawang Tenzin Norbu.
Tenzing Norgay può, infatti, essere tradotto come ricco, fortunato e seguace della religione. Un insieme di termini che hanno accompagnato l’alpinista nel corso di tutta la sua vita.
A 19 anni si trasferì nella località di Darjeeling, in India, dalla quale passavano molte spedizioni dirette in Himalaya e dove Tenzing iniziò ad appassionarsi sempre più alla vita di montagna.
Nel corso della sua vita si sposò per tre volte. La prima con Dawa Phuti, la seconda con Ang Lahmu (cugina della prima moglie) e la terza con Dakku, dando alla vita in totale a ben sette figli.
A causarne la morte il 9 maggio del 1986 fu un’emorragia cerebrale e, per l’occasione gli vennero tributati dei funerali di Stato, i quali videro il coinvolgimento di migliaia di persone in corteo.
Una vita da alpinista
Nel corso della sua vita, sono numerose le imprese che Tenzing Norgay è riuscito a collezionare in qualità di alpinista.
Partecipò alla spedizione diretta all’Everest di Eric Shipton pochi mesi dopo essersi trasferito a Darjeeling, a 20 anni.
Negli anni Trenta prese parte a tre spedizioni britanniche dirette al versante nord come portatore d’alta quota e nel 1947 partecipò a un nuovo tentativo di scalata dell’Everest, al fianco dell’alpinista canadese Earl Denman e ad Ange Dawa Sherpa, fermandosi però a 6700 metri d’altezza.
Nello stesso anno raggiunse la vetta del Kedarnath (6940 m) insieme a una spedizione svizzera, questa volta in qualità di Sirdar, ovvero di capo degli Sherpa.
Nel 1950 fu protagonista di un tentativo fallito sul Nanga Parbat, mentre nel 1951 raggiunse la vetta est del Nanda Devi (7434 m) con una spedizione francese.
Nel 1952 partecipò a un altro paio di spedizione dirette sempre sull’Everest (quella di Wyss-Dunant e quella di Gabriel Chevalley), provando a scalare la montagna per la prima volta dal versante nepalese.
L’anno seguente prese parte anche alla spedizione di John Hunt, entrando nella leggenda.
Primo sherpa a raggiungere la vetta dell’Everest
Nel corso della spedizione di John Hunt, Norgay attaccò la vetta del monte Everest insieme al neozelandese Sir Edmund Hillary, riuscendo a raggiungere il punto più alto al Mondo il 29 maggio 1953, alle ore 11:20 del mattino.
I due divennero così i primi uomini a raggiungere la vetta del monte più alto della Terra.
Lo fecero servendosi di alcune bombole d’ossigeno e piantando sulla cima del monte le bandiere delle Nazioni Unite, della Gran Bretagna, del Nepal e dell’India.
Prima di ridiscendere a valle, lasciarono sull’Everest anche alcuni oggetti personali, come segno del loro passaggio.
Una scalata leggendaria e che ha permesso a Tenzing Norgay di diventare un vero e proprio idolo per la sua gente.
Diversi aeroporti e montagne furono ribattezzati con il suo nome, sia sulla Terra che nello Spazio, dove un monte su Plutone e un intero pianeta sono stati rinominati in suo onore.
Un discorso che vale anche per il più alto riconoscimento indiano per gli sport d’avventura.
La prestigiosa rivista Time l’ha anche indicato come una delle persone più influenti del XX secolo, con Norgay che ha dedicato la parte finale della sua vita a diverse attività a supporto, tutela e formazione dei portatori.
Un lavoro che ha svolto dirigendo per un certo periodo l’Istituto Himalayano di Alpinismo di Darjeeling e fondando nel 1978 la Tenzing Norgat Adventures, attraverso la quale fornì servizi di trekking e alpinismo ai turisti. Dal 2003 è gestita da uno dei suoi figli.