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Lampada frontale: quale scegliere e come usarla

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Gabriella Feronia

In questi giorni vi sarete per certo accorti di quanto le ore di luce stiano diminuendo. Sempre di più. L’estate cosiddetta “meteorologica” è di fatto già terminata, per convenzione il 31 agosto. Quella astronomica, che conosciamo meglio in quanto scandita dai solstizi ed equinozi (le cui date tendiamo a imparare a memoria fin da piccoli, salvo poi scoprire che non siano effettivamente fisse), terminerà per convenzione sabato 23 settembre. Ma anche se all’autunno astronomico manca di fatto ancora qualche settimana, il cambio di stagione è nettamente percepibile. Ce ne rendiamo conto soprattutto in montagna, dove è necessario porsi nell’ottica di programmare le escursioni, in termini di orari e itinerari, tenendo conto dell’ora del tramonto. Nulla vieta di attardarsi, ma in questo caso è necessario essere pronti all’oscurità. Un tool essenziale in tal senso è la lampada frontale.

Lampada frontale, quale scegliere

La lampada frontale è uno strumento di estrema utilità in montagna, così leggero e poco ingombrante che sarebbe bene averlo sempre nello zaino. Indipendentemente dalle stagioni e dalla lunghezza e durata prevista per le escursioni (per comprendere la ragione vi consigliamo di leggere l’articolo nella sua interezza). Si tratta, come dice il nome stesso, di un accessorio che, ancorato a livello della fronte mediante una fascia elastica – in testa o su un casco a seconda della tipologia di attività svolta – consente di illuminare un ambiente buio, mantenendo le mani libere, a differenza di una torcia.

Immagine | Unsplash @Wander Creative – Gentechevainmontagna.it

“Lampada frontale” rappresenta il nome identificativo di una ampia categoria di strumenti, dotati di differenti caratteristiche ma con uno scopo condiviso: aiutarci nell’orientamento in condizioni di scarsa o assente luminosità, illuminando il nostro percorso. Provando a fare shopping online è facile accorgersi di quante tipologie di frontali esistano in commercio. E anche la forbice del loro costo è molto ampia. Orientarsi nell’acquisto non è estremamente semplice.

La domanda essenziale, da porsi in fase di ricerca di una nuova lampada frontale, è “a cosa mi servirà?”. Il loro utilizzo spazia infatti dall’escursionismo, alpinismo e arrampicata in notturna alla esplorazione di ambienti ipogei (dove l’oscurità è presente anche nelle ore diurne), dalla corsa o mountain bike dopo il tramonto al campeggio. In base all’utilizzo che si intende farne è bene puntare su lampade dotate di particolari caratteristiche. Pur essendo ormai tutte basate su tecnologia LED, si differenziano infatti per una serie di proprietà, che ora andremo ad analizzare.

Caratteristiche della lampada frontale

  • Potenza. Non tutte le frontali mostrano la medesima capacità di illuminazione. C’è chi “fa più luce”, chi meno, in base alla potenza del flusso luminoso, che si misura in lumen. Le potenze oscillano generalmente tra i 20 e i 700 lumen (esistono anche modelli ad alta potenza, utili ad esempio in campo speleologico, che raggiungono e/o superano i 1.000 lumen). La potenza può essere fissa o modulabile, consentendo di scegliere tra diversi livelli di luminosità.
  • Distanza del fascio luminoso (espressa in metri). La potenza non è tutto, importante è anche capire fin dove la nostra lampada sia in grado di illuminare. La distanza può variare da alcune decine a centinaia di metri. I valori più elevati si aggirano generalmente tra 150 e 300 metri.
  • Ampiezza e profondità del fascio luminoso. A seconda della disposizione delle lampadine LED, una frontale può presentare un fascio di luce più ampio (meno profondo) o più ristretto (più profondo). Esistono sia lampade a fascio non modulabile che modulabile, che dunque consentono di variare ampiezza e profondità a seconda delle esigenze.
  • Peso. In linea generale, più una lampada è potente più pesa. Si spazia da qualche decina di grammi a qualche centinaio di grammi. Ma sul mercato, in continua evoluzione, stanno facendo la loro comparsa frontali in grado di garantire una elevata potenza con poco peso.
  • Tipo di batteria. In commercio si trovano lampade frontali alimentate con batterie classiche alcaline, pile agli ioni di litio ricaricabili via USB o entrambe (ibride). Frontali a pile alcaline sono da preferirsi nel caso in cui si preveda di restare in ambiente naturale, senza possibilità di ricarica, per più giorni. In alternativa vanno bene anche le ibride, ricordando di portare con sé delle batterie alcaline di riserva. Un limite delle pile alcaline è che non siano adatte a basse temperature. Importante è saper riconoscere quando le batterie si stiano scaricando. Nel caso delle alcaline si assiste a un progressivo indebolimento della potenza del fascio luminoso. Quelle al litio mantengono invece l’illuminazione costante fino a una soglia limite, al di sotto della quale iniziano a funzionare meno fino a spegnersi di colpo (un po’ come accade con gli smartphone). Generalmente i modelli a ricarica USB presentano un indicatore del livello di carica.
  • Dispositivo di tiltaggio. Alcune lampade consentono di direzionare il fascio di luce, inclinando la lampada per illuminare più vicino a noi (in direzione dei piedi, per intenderci) o più lontano.
  • Colore dei LED. Non esistono soltanto lampade a luce bianca. Alcune presentano due tonalità di colore: bianco e rosso. Il LED a luce rossa non è molto utile per illuminare il percorso ma è ottimale per svolgere attività in gruppo o in campeggio, senza abbagliare chi ci sta intorno, e può svolgere una funzione SOS. Inoltre non piace agli insetti, particolarmente attratti invece dalle luci bianche.
  • Luce fissa o intermittente. Alcune lampade consentono di attivare una modalità di illuminazione a intermittenza, utile per segnalare la propria presenza.
  • Resistenza all’acqua. Ci sono infine modelli impermeabili, molto utili per svolgere attività acquatiche.
Immagine | Pixabay @Felix Merler – Gentechevainmontagna.it

Dunque, per non pentirci del nostro acquisto, è bene non puntare esclusivamente sulla convenienza economica, ma effettuare una delicata valutazione dei costi e benefici. Concentrandoci ad esempio sul trekking, il consiglio è identificare modelli leggeri, che assicurino una potenza massima superiore ai 200 lumen, possibilmente modulabili così da risparmiare sulla batteria, dotati di un fascio ristretto e profondo.

SOS, come lanciare segnali d’allarme con la lampada frontale

La lampada frontale è essenziale per illuminare il nostro itinerario, può essere utile per segnalare la nostra presenza e inoltre può servire per inviare richieste di soccorso nel buio. Per dettagliarvi quale sia la procedura da seguire, prendiamo in prestito questa descrizione fornita dal Soccorso Alpino e Speleologico.

“Esiste un sistema di richiesta di aiuto con segnali luminosi (come vocali o con il fischietto), viene definito ‘segnale di soccorso alpino’ e venne ideato nel 1894 da Clinton Thomas Dent. Consiste in una serie di 6 flash luminosi– o grida o fischi – emessi in un minuto – un flash/fischio ogni 10 secondi – e deve essere ripetuto alternando ad una attesa di un minuto la successiva serie”, si legge nel post del CNSAS.

L’osservatore che abbia captato il segnale, deve far comprendere a chi sia in difficoltà di aver ricevuto il messaggio. Come? Indirizzando3 flash al minuto (con la luce del cellulare, se non si ha una pila). Quindi un segnale ogni 20 secondi, attendendo un minuto tra una serie e l’altra.”

Gabriella Feronia

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