Gli scarponi sono uno degli elementi più riconoscibili del trekking. Queste calzature, resistenti e pensate per proteggere i piedi di chi affronta percorsi spesso pieni di ostacoli naturali, appaiono quasi irrinunciabili a molti amanti dell’escursionismo. Eppure esiste una scuola di pensiero del tutto opposta, che invoca un ritorno al contatto diretto tra il corpo e la natura e non vuole barattare la libertà delle estremità inferiori del corpo con la comodità. Si parla di barefooting (noto anche come scalzismo o gimnopodismo) per indicare un movimento nato in Nuova Zelanda, attorno agli anni ’60, che consiste nel camminare a piedi nudi. Le ragioni per abbracciare questa filosofia di vita possono essere diverse e vanno dai disturbi alla fisiologia del piede causati dall’utilizzo delle calzature alla postura, fino ad arrivare al desiderio di un contatto diretto con l’ambiente circostante.
Il compromesso tra gli scarponi e il barefooting
Per quanto liberatorio e ricco di altri benefici, il barefooting non è adatto a tutti, soprattutto perché prevede un periodo iniziale nel quale la pianta del piede si ispessisce e le dita vanno incontro a un graduale rinvigorimento. Chi inorridisce alla sola idea di dover affrontare qualcosa del genere ma è comunque intrigato all’idea di potersi muovere in modo più naturale, potrebbe valutare la possibilità di acquistare delle scarpette barefoot. Quest’ultime rappresentano un compromesso ideale tra lo scalzismo e l’uso degli scarponi, in quanto forniscono una certa protezione al piede riducendo al tempo stesso le dimensioni dell’intersuola e offrendo un avampiede spazioso.
Le caratteristiche delle scarpette barefoot
Un avampiede spazioso offre la possibilità di allargare le dita del piede durante la camminata, migliorando così l’equilibrio, la flessibilità complessiva e la giusta funzionalità del piede, con conseguenze rivelanti sull’allineamento caviglia/ginocchio/anca/schiena. Le scarpette barefoot, inoltre, non presentano differenze d’altezza dal tallone all’avampiede, caratteristica che può migliorare la postura. Le scarpe con un rialzo, infatti, possono causare un errato movimento rotatorio del piede e portare a un accorciamento dei tendini. Altri vantaggi delle scarpette barefoot sono la tomaia completamente flessibile, che consente il movimento naturale del piede, e la suola flessibile, pensata per permettere alle estremità inferiori del corpo di ricevere tutti i feedback del contatto con il terreno.
Vanno bene per il trekking?
Le scarpette barefoot possono essere usate per il trekking, ma prima di indossarle per affrontare dei percorsi impegnativi è bene dare ai piedi il tempo necessario per abituarsi. All’inizio, infatti, l’assenza di un rialzo può provocare delle tensioni al tendine d’Achille e al polpaccio (si parla di dolori di miglioramento), che però diventano sempre meno accentuate con il passare del tempo, fino a sparire del tutto. Inizialmente, dunque, è meglio usare queste calzature per fare delle passeggiate tranquille, magari in un parco.