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Prodotti e piatti tipici di montagna: le cose che devi assolutamente assaggiare

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Federico Liberi

Cosa c’è di meglio, dopo una giornata trascorsa sulle piste da sci o attraverso i più bei sentieri di montagna, che fermarsi in un accogliente rifugio e assaggiare piatti unici? Dalle Alpi piemontesi alla Sila, attraverso le valli lombarde e le Dolomiti, ti aspettano piatti sontuosi e ricchi, preparati con dedizione da generazioni. Sulla cima delle montagne, una volta tolti gli sci o gli scarponi, si celebra la tradizione culinaria italiana. Ecco i piatti assolutamente da non perdere.

I piatti imperdibili offerti dalle montagne del nostro Paese

I piatti che vogliamo presentare sono autentici capolavori di sostanza, capaci di riscaldare non solo il corpo dopo una giornata trascorsa sulla neve, ma anche il cuore. In montagna il cibo è una questione di gusto e nutrimento. Gli ingredienti provengono dai boschi, dagli alpeggi e dalle antiche malghe, raccolti grazie al foraging.

Immagine | Pixabay @OlgaMazyarkina – Gentechevainmontagna.it

Mani esperte impastano e girano grandi cucchiai di legno tra zuppe, polente e succulente carni. Dalle Alpi alle Dolomiti, dall’Appennino toscano alla Sila, esploreremo le prelibatezze della tradizione culinaria di montagna.

I piatti di Alpi e Dolomiti

Un viaggio culinario in cima alle montagne inizia con il Monte Bianco, dove potrai gustare deliziose fondute, la Seupa à la vapelenentse e la Favò, la crema di fave tipica di Ozein. Nelle Alpi piemontesi, le influenze francesi e sveve si riflettono in piatti abbondanti, come la Soupe Grasse o la Supa dij Mort. I grandi classici includono gnocchi fatti in casa di ogni forma e dimensione, conosciuti sono quelli della Val d’Ossola, piatti di selvaggina succulenta, ricchi bolliti misti e formaggi prelibati come Seirass o la Tuma del lait brusc.

Nelle vette lombarde il burro, il grano saraceno e la carne di maiale sono gli elementi cardine di una cucina robusta e tradizionale. La Valtellina è famosa per i suoi pizzoccheri, gli sciatt, i taroz e la polenta taragna concia. La Val Camonica, invece, è rinomata per i casoncelli (i tipici ravioli gustati anche nelle valli bergamasche), lo spiedo con polenta (solitamente di mais) e i funghi che arricchiscono paste fresche e accompagnano carni in umido.

Proseguendo verso est, tra le maestose Dolomiti, il Trentino-Alto Adige offre una cucina che risulta essere un connubio di tradizioni italiane, prevalentemente nelle valli di Fassa, Fiemme e Badia, e influenze culturali austro-ungariche nelle valli di Pusteria, Aurina ed Ega. Carne affumicata, grigliata, stinco di maiale e patate arrostite dominano le tavole, spesso accompagnate da uova al tegamino, pancetta ed erba cipollina. Da Canazei alla Val Venosta, lo speck, le mele che compaiono dall’antipasto al dolce, i canederli e i ravioli con differenti ripieni e nomi, come schlutzkrapfen e cajoncie, sono il comune denominatore.

Cosa mangiare in Val di Fassa, Badia e Gardena

Un trittico di valli, Badia, Fassa e Gardena, delineano il paradiso degli sciatori, dove si sfidano sulle piste del Col Rodella, Ciampac, Sasslong e la Gran Risa. Ma questa regione è anche celebre per la cucina ladina, un patrimonio gastronomico di inestimabile valore.

Da queste terre proviene uno dei piatti più rinomati delle montagne del Trentino-Alto Adige: i Canederli. Questi piccoli gnocchi di pane, solitamente a forma sferica, si possono gustare in diverse varianti. Sia asciutti, con abbondante burro fuso e formaggio, o al ragù, oppure immersi in un brodo di carne fumante con erba cipollina. La ricetta classica comprende pane bianco raffermo, cubetti di Speck Alto Adige, uova, latte, cipolla, burro, farina, prezzemolo ed erba cipollina.

Un altro tesoro della cucina ladina, dato per scontato che la salsiccia e i crauti siano una delizia, sono i Cajoncie, piccoli ravioli a mezzaluna ripieni di spinaci e patate. Ma non si tratta solo di piatti salati: ci sono anche versioni dolci con ripieni di fichi o pere selvatiche di alta montagna, servite con semi di papavero. È importante non confonderli con i Cajincì, “parenti” della Val Badia, che sono panzerotti fritti ripieni di patate e spinaci.
Per gli amanti del formaggio, una tappa imperdibile è Moena, il principale comune della Val di Fassa e uno dei maggiori centri di produzione casearia d’alta quota nel Trentino-Alto Adige. Qui nascono i famosi Puzzone di Moena, dal sapore intenso e leggermente piccante, e il delicato Cher de Fascia, adatto a tutti i gusti. Come per i salumi, anche i formaggi sono spesso accompagnati dal tradizionale Schüttelbrot, il pane di segale e semi di cumino.

Infine, chiudete con dolcezza, magari con una mela protagonista. Potete optare per lo Strudel con le mele Alto Adige Igp o le Frittelle di Mela, arricchite con cannella, limone e un tocco di rum. Entrambe le opzioni si sposano perfettamente con una generosa dose di crema di vaniglia o un gelato, perché alla fine della giornata sulle piste, un po’ di dolcezza è sempre benvenuta.

Superando le vette delle Dolomiti friulane e immergendosi nella regione di Carnia, la cucina rivela chiare influenze della tradizione slovena e austriaca. I sapori robusti dell’Europa centrale emergono con piatti come la Jota, il Frico e il Toc in braide.

I piatti dall’Appennino Tosco-Emiliano fino alla Sila

Funghi, mirtilli, miele e carni pregiate costituiscono la base della cucina dell’Appennino Toscano, sopra le vette dell’Abetone. Sulle alture emiliane confinanti, invece, i salumi si sposano perfettamente con le crescentine, le paste ripiene e la carne di cavallo, diventando protagonisti dei menù locali.

Questa cucina soddisfacente e ricca di sapori trova un’altra espressione nell’Alto Sangro, in Abruzzo. A Roccaraso e Rivisondoli, si possono degustare piatti montani autentici, come cazzarielli con i fagioli di montagna, la “Pecora al cotturo”, gnocchi agli orapi e Sagne e fagioli. Sulle vette silane, invece, la pasta al forno e i robusti maccheroni al ferretto con il ragù sono piatti ideali per ripristinare le energie dopo una giornata fredda.

Le specialità dell’Appennino pistoiese

Durante i mesi invernali, l’Appennino pistoiese, Abetone e Cutigliano diventano destinazioni ideali per gli amanti della neve e della buona cucina. Questa regione offre prelibatezze che vanno dalla rinomata marmellata diffusa in tutta la Toscana, alla raccolta dei mirtilli neri selvatici, utilizzati per conserve, per condire piatti salati o per arricchire le tipiche tagliatelle e gli gnocchi. Non mancano i formaggi freschi e a latte crudo, da gustare nei rifugi, e i piatti tradizionali delle vette toscane, come la cacciagione, i Necci (castagnaccio o polenta dolce), e i Manufatoli (o menni), un piatto invernale tipico della media valle del Serchio. Quest’ultimo consiste in una polenta di castagne, abbondanti in questa zona, con l’aggiunta di latte e zucchero nella versione dolce, o di formaggio in quella salata.

L’Italia è rinomata per i fantastici prodotti e piatti che offre, ma troppo spesso vengono dimenticate le delizie che anche le nostre montagne sanno regalare. Proprio per questo motivo consigliamo di recarsi in una località tra quelle citate, regalarsi qualche ora di tranquillità e lasciarsi trasportare dal gusto e dalla tradizione che vi faranno scoprire i piatti tipici delle nostre vette.

Federico Liberi

Sono laureando in Psicologia dei processi sociali all’Università di Roma “La Sapienza”. La mia più grande passione insieme alla scrittura è il calcio, ma mi piace rimanere informato sullo sport a 360 gradi oltre che sull’attualità e la politica. Nel 2020 è stato pubblicato su Amazon un mio saggio sulla Programmazione Neuro-Linguistica

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