Se si va in montagna per esplorare i vari sentieri presenti è sempre bene sapere come orientarsi. Ecco tutti i consigli da seguire
Orientarsi in montagna è a dir poco fondamentale per tutti gli escursionisti che vi si recano per ammirare le meraviglie dei paesaggi e intraprendere i vari percorsi per il trekking. Molte volte, infatti, capita di trovarsi davanti a un bivio e prendere una scelta “sbagliata”, dovendo poi cercare di tornare indietro con il rischio di perdersi. Proprio per evitare questo problema, per fortuna, esistono molti consigli da conoscere e mettere in atto. Vediamo quali sono.
Sono tanti i modi in cui si può smarrire la giusta direzione in montagna, molte volte causati da condizioni meteorologiche avverse, sentieri poco segnalati o da stanchezza o disidratazione. In questi contesti, mantenere la calma e conoscere le tecniche di orientamento in montagna diventa cruciale, non solo per i principianti ma anche per gli escursionisti esperti. Assimilare le regole e i principi fondamentali per mitigare i rischi e mantenere sempre il controllo della situazione diventa quindi essenziale per consolidare la sicurezza. Navigare tra sentieri sconosciuti, vegetazione densa o terreni accidentati può rendere difficile mantenere la giusta direzione. Anche per chi è impaziente di esplorare l’ignoto, è consigliabile acquisire familiarità con alcuni principi fondamentali dell’orientamento prima di intraprendere i sentieri, al fine di minimizzare i rischi in questo senso. Ma di quali principi stiamo parlando? Ecco la lista di consigli per non perdersi, adatti a tutti colore che vogliono avventurarsi tra i tantissimi sentieri di montagna.
Per sfruttare al massimo le proprie avventure, è cruciale una pianificazione meticolosa che non trascuri nulla: esaminare attentamente i percorsi principali e le alternative, identificare possibili punti di riferimento naturali e i rifugi nella zona, restare informati sulle condizioni meteo e sul loro sviluppo, organizzare le pause in modo da gestire l’adattamento, sono aspetti imprescindibili che costituiscono una solida base su cui costruire la propria abilità di orientarsi in montagna e godersi appieno una giornata immersi nella natura.
Acquisire competenze nella lettura di una mappa topografica è cruciale per l’orientamento in montagna. Questo coinvolge la comprensione dei simboli, delle curve di livello che denotano l’altitudine e dei colori che riflettono la morfologia del terreno. Altrettanto significativo è la corretta orientazione nord della mappa mediante l’uso di una bussola, consentendo così di determinare accuratamente la direzione da seguire, sfruttando punti di riferimento visivi, come nel caso di una salita lungo un percorso di sci alpinismo.
Ma quali sono gli strumenti che non devono mai mancare?
La bussola. È sempre consigliabile avere una bussola nel proprio equipaggiamento. Quando si è alla ricerca del percorso corretto, è facile smarrirsi e perdere l’orientamento. Le condizioni meteorologiche possono altresì comportare imprevisti: ad esempio, una fitta nebbia può rapidamente avvolgere un’area e oscurare tutti i punti di riferimento. In tali circostanze, la bussola risulta fondamentale per individuare agevolmente il percorso e orientarsi, anche quando la visibilità è ridotta. L’obiettivo è individuare il nord e allineare la mappa. A tal fine, puntare la bussola verso nord e ruotare lentamente la mappa fino a che non è allineata con l’ago della bussola.
Il GPS. Le condizioni atmosferiche possono occasionalmente compromettere la capacità di sfruttare il cielo o i punti di riferimento naturali per orientarsi in montagna. Nuvole dense, nebbia o piogge intense possono generare confusione e smarrimento, soprattutto in territori sconosciuti. Oltre alle tecniche convenzionali, risulta dunque estremamente vantaggioso disporre di strumenti avanzati dal punto di vista tecnologico, capaci di agevolare l’orientamento in montagna. Quando ci si trova immersi nella natura, lontano da tutto, la tecnologia, infatti, può rivelarsi la miglior compagna di escursione, ma è fondamentale saperla impiegare con saggezza. Pur essendo il GPS, le app e le mappe interattive presenti su tutti gli smartphone e siano una soluzione estremamente agevole per orientarsi durante un’escursione, è comunque consigliabile acquisire esperienza con il GPS prima di intraprendere il viaggio. È particolarmente cruciale pianificare e scaricare il percorso in anticipo, garantendo così l’accessibilità dei dati anche in assenza di segnale GPS. Naturalmente, è essenziale partire con la batteria dello smartphone completamente carica. Le applicazioni GPS tendono a consumare notevolmente la batteria, quindi per escursioni prolungate è vivamente consigliato portare con sé un caricatore portatile.
Cartine. Nonostante lo smartphone offra tecnologie all’avanguardia, la cartina tradizionale rimane la scelta più affidabile. Esistono diverse carte con scale adatte a regioni o territori specifici. Per escursioni in Europa, la rinomata carta IGN Top 25 (1 cm = 250 metri) rappresenta un’opzione eccellente. Questa mappa topografica dettaglia accuratamente rilievi e caratteristiche del terreno (linee di quota, strade, sentieri, edifici, corsi d’acqua, boschi, ecc.), offrendo una visione chiara dell’area. Possedere una carta è un vantaggio, ma saperla interpretare è ancora più prezioso! Come con il GPS, consigliamo vivamente di consultare la carta per evitare smarrimenti. Esamina attentamente la legenda, traccia il percorso e identifica i punti di riferimento cruciali (per acquisire dimestichezza con la lettura delle carte, pratica su luoghi conosciuti). Se ci si dovesse perdere, la prima azione da compiere è osservare l’ambiente alla ricerca di punti di riferimento che facilitino la localizzazione sulla carta. Identifica l’ultimo punto noto superato e stima la tua velocità di spostamento da quel punto. Una volta localizzato, è fondamentale orientare correttamente la mappa per muoverti nella giusta direzione. Le carte IGN mostrano sempre il nord nella parte superiore, quindi, quando le impugni correttamente, il testo è rivolto verso di te. Determina la direzione nord, utilizzando una bussola o osservando il terreno circostante, per orientare la mappa accuratamente.
Gli elementi naturali rivestono un ruolo chiave nell’orientamento in montagna. Il sole, emergendo ad est e calando ad ovest, fornisce un punto di riferimento costante durante il giorno. Quando raggiunge il punto più alto sull’orizzonte, genera ombre sugli oggetti, il cui allineamento indica con notevole precisione il Nord. Tuttavia, è essenziale considerare le fluttuazioni stagionali per una valutazione accurata della direzione. Durante la notte, le stelle diventano altrettanto preziose per orientarsi in montagna. La stella Polare, per esempio, collocata quasi direttamente sopra il Polo Nord celeste, costituisce un punto di riferimento stabile nell’emisfero settentrionale. Per individuarla, è sufficiente localizzare l’Orsa Maggiore, una costellazione facilmente identificabile grazie al suo gruppo di stelle a forma di padella. Basta seguire una linea ideale che si estende verso l’alto dal bordo esterno della padella, e la prima stella luminosa che si incrocia lungo questa traiettoria è Polaris, la quale indica sempre il Nord.
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