L’autunno è alle porte, lo si percepisce già nell’aria. Al tramonto, che giunge sempre prima, la temperatura diventa improvvisamente frizzantina, e il meteo si fa capriccioso. Le foglie sugli alberi caducifoglie iniziano lentamente a cambiare colore, segnale che si stiano preparando alla stagione invernale. Ma prima ancora che si diffondano le sfumature dell’ormai celebre “foliage” (fall foliage, a voler essere precisi), ad annunciare nei boschi l’arrivo dell’autunno, è un suono: il bramito del cervo. Un verso caratteristico, emesso dai maschi nel pieno della stagione degli amori, per dimostrare la propria forza e conquistare l’harem femminile. Organizzare una escursione tra tramonto e alba per ascoltare questo richiamo ancestrale, è un’occasione da non perdere nelle prossime settimane. Ma importante è realizzarla nel pieno rispetto della natura.
Bramito è un termine fortemente onomatopeico. Al solo pronunciarlo si ha la percezione di un suono gutturale, e in effetti il tipico verso emesso dagli esemplari maschi di cervo nobile (Cervus elaphus) nella stagione degli amori è una sorta di muggito, intenso e profondo. I mesi in cui è possibile sentirlo riecheggiare tra boschi e valli montane sono settembre e ottobre, periodo durante il quale i maschi si trovano a lottare (anche fisicamente, come vedremo a breve) per la conquista delle femmine e per la difesa del proprio harem.
Ma facciamo un passo indietro: cos’è un harem? Settembre e ottobre rappresentano per il cervo i mesi dell’accoppiamento. Ogni esemplare maschio si impegna nel conquistare un gruppo di femmine (in numero variabile tra 5 e 15 circa) con cui intende accoppiarsi, che è detto harem. La modalità d’azione si può definire “poliginica” (un maschio per più femmine). Nel dettaglio, parliamo di maschi adulti e dominanti, in quanto le femmine rifiutano l’accoppiamento con esemplari giovani.
Dicevamo che l’harem vada conquistato, perché il medesimo gruppo di femmine può essere mira di più esemplari maschi. E una volta raggiunto l’obiettivo, va anche difeso! Ed è in tale contesto che si inserisce il bramito. Il cupo muggito del cervo è infatti alla base di un efficace sistema di comunicazione. Si tratta di un segnale utilizzato da un esemplare maschio per dimostrare la sua forza e comunicare agli altri maschi in zona di stare alla larga dal proprio harem.
Ci si può trovare di fronte a due condizioni. La prima è che il cervo che bramisce sia decisamente più vigoroso dei competitors in zona. Questi, presa coscienza della propria inferiorità, abbandonano dunque l’area prima di arrivare a uno scontro. La seconda è che la sfida a suon di bramiti veda coinvolti due esemplari di pari vigore. In questo secondo caso si può giungere al combattimento, durante il quale i due contendenti in lotta per il medesimo harem intrecciano i palchi e si spingono a vicenda. I palchi sono quelle particolari ramificazioni ossee caratteristiche della testa dei cervi (ma anche di daini e caprioli) che, a differenza delle corna, cadono e ricrescono annualmente.
Risulta chiaro che conquistare e difendere l’harem non sia un gioco da ragazzi. I cervi devono restare vigili per mantenere la dominanza sulle femmine, e difatti in media perdono nella stagione degli amori fino al 25% del peso corporeo. Interessante è evidenziare che non solo sia necessario stare all’erta nei confronti di altri esemplari maschili ma anche accertarsi che le femmine non si allontanino. In tal contesto si inserisce la produzione di un altro verso molto particolare: la tosse. Oltre che per “minacciare” le femmine, invitandole a restare nell’harem, la tosse è anche un sintomo di agitazione, tensione, aggressività.
Il bramito risulta utile anche per l’uomo. Può essere infatti sfruttato per il monitoraggio delle popolazioni di cervi. Ogni anno in molti Parchi italiani vengono organizzati i cosiddetti censimenti al bramito, attività di monitoraggio basate sull’ascolto del bramito (e della tosse) e registrazione, su apposite schede, della direzione e distanza di percezione di ogni singola vocalizzazione. Ne deriva la possibilità di stimare in maniera diretta il numero di cervi maschi presenti nella zona, e indiretta anche delle femmine.
Accanto all’ascolto a scopo di monitoraggio, in molte aree protette italiane vengono organizzate annualmente delle escursioni finalizzate all’ascolto del bramito e all’osservazione dei cervi nel periodo degli amori. Il cervo è già di norma un animale elusivo, molto sensibile ai disturbi antropici. E la stagione degli amori rappresenta un periodo estremamente delicato. Per tale ragione è fortemente consigliato partecipare a uscite guidate, accompagnati da esperti, quali guardiaparco o guide ambientali.
Le escursioni vengono organizzate generalmente tra metà settembre e metà ottobre, in località note per essere luogo di riunione e accoppiamento dei cervi. Badate bene, nessuna guida vi condurrà mai nelle vicinanze di un harem. Obiettivo delle uscite autunnali “a caccia di bramiti” è l’ascolto ed eventualmente l’osservazione degli esemplari a una distanza tale da assicurare il rispetto degli animali ed evitare di arrecare loro disturbo.
Dopo il calare del sole e fino alle prime luci del nuovo giorno l’attività “sonora” e gli scontri tra i cervi tendono a intensificarsi. Pertanto la maggioranza delle escursioni realizzate per ascoltare il bramito vengono svolte in notturna, a partire dal tramonto. Vi è anche la possibilità di partecipare a escursioni organizzate in orario pomeridiano (fino al tramonto) oppure all’alba, durante le quali, con l’ausilio di un binocolo, si possono osservare da lontano i movimenti degli ungulati e i loro scontri. Nel corso della notte tale osservazione è possibile qualora si disponga di termocamere.
Le escursioni al tramonto (così come all’alba) necessitano di una particolare attenzione in fase di preparazione dell’equipaggiamento: essendo previsti momenti di appostamento e attesa, in una stagione in cui il meteo è abbastanza altalenante, è bene essere pronti ad affrontare freddo e umidità. Si consiglia di portare sempre con sé un guscio impermeabile, una maglia termica o un pile e una fascia (o un cappellino di lana). Non può mancare nello zaino la lampada frontale (controllare sempre che sia carica!). Essendo una attività che, come vi indicheranno le guide, debba essere svolta in rispettoso silenzio, non è consentita generalmente la partecipazione dei cani.
Di seguito alcuni suggerimenti di aree protette alpine e appenniniche in cui ascoltare il bramito, sotto la guida di esperti di fauna e natura.
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