L’Assegno di inclusione è un aiuto fondamentale per i cittadini, ma non bisogna commettere errori o si rischia di perderlo.
L’Assegno di Inclusione (ADI) è un pilastro fondamentale nel panorama dei sostegni economici destinati ai nuclei familiari in difficoltà economica. Concepito per sostituire il Reddito di Cittadinanza dal 1° gennaio 2024, l’ADI è rivolto a famiglie che comprendono almeno un membro minorenne, disabile, anziano oltre i 60 anni o individuo socialmente svantaggiato.
Tuttavia, la percezione di questo beneficio non è garantita automaticamente: un errore nell’adempimento dell’obbligo relativo al Modello ADI-Com Esteso potrebbe comportare la perdita dell’assegno stesso. Il Modello ADI-Com Esteso, dove ADI si riferisce proprio all’Assegno di Inclusione, costituisce un aspetto cruciale nell’ambito delle procedure di richiesta e mantenimento dell’ADI. Si tratta di un adempimento che non può essere sottovalutato, poiché incide direttamente sulla corretta erogazione del beneficio. Vediamo quindi come non sbagliare e come non perdere questo sostegno economico.
Assegno di inclusione, l’errore da non fare
L’ADI è erogato mensilmente, per un periodo iniziale di 18 mesi, rinnovabile per ulteriori 12 mesi, attraverso la carta di inclusione. Affinché l’ADI sia erogato correttamente, è necessario che il richiedente o i membri del nucleo familiare sottoscrivano il Patto di Attivazione Digitale (PAD). Senza questa sottoscrizione, l’INPS non procederà al pagamento dell’assegno. Dopo la sottoscrizione del PAD e l’esito positivo dell’istruttoria, la prima mensilità è pagata dal 15 del mese successivo, seguita dai pagamenti mensili successivi a partire dal 27 di ogni mese, a condizione che i requisiti siano ancora soddisfatti.
Un aspetto cruciale da considerare riguarda la compatibilità dell’ADI con l’esercizio di un’attività lavorativa, sia dipendente che autonoma. Tuttavia, se durante il periodo di percezione dell’assegno, un membro del nucleo familiare trovasse un’occupazione, l’INPS provvederà a rideterminare l’importo del beneficio. Se il reddito derivante dall’attività lavorativa supera una soglia prestabilita, l’assegno di inclusione potrebbe non essere più percepito.
Per evitare tale situazione, è fondamentale comunicare all’INPS qualsiasi rapporto di lavoro in atto al momento della domanda, utilizzando il Modello ADI-Com Ridotto. Inoltre, durante la percezione del sussidio, ogni variazione delle condizioni occupazionali deve essere segnalata utilizzando il Modello ADI-Com Esteso. A partire dal 18 marzo 2024, è possibile utilizzare il Modello ADI-Com Esteso per comunicare obbligatoriamente all’INPS le seguenti situazioni:
- Inizio di un’attività lavorativa.
- Cambiamenti nelle circostanze familiari che possono influenzare l’applicazione delle regole di calcolo o comportare la perdita dell’eleggibilità all’assegno (come ad esempio l’inizio o la conclusione di un periodo di residenza in strutture a totale carico pubblico, sentenze definitive di condanna, conclusione o estensione di programmi di assistenza e cura).
- Modifiche aggiuntive rispetto alle dichiarazioni fatte durante la domanda, che possono portare alla perdita dei requisiti relativi a dati patrimoniali, possesso di beni duraturi o residenza continua in Italia.
- Richiesta di personalizzazione della carta di inclusione, nel caso non sia stata effettuata al momento della domanda.
In conclusione, affinché l’Assegno di inclusione sia erogato e mantenuto correttamente, è essenziale prestare attenzione agli adempimenti legati al Modello ADI-Com Esteso. Questo strumento rappresenta la via attraverso cui le variazioni delle condizioni occupazionali vengono comunicate all’INPS, garantendo la trasparenza e la correttezza nell’erogazione del beneficio. Non rispettare questo adempimento potrebbe comportare la perdita dell’assegno di inclusione, con gravi conseguenze per i nuclei familiari più vulnerabili.