Ci sono grandi novità riguardo all’assegno di invalidità: ecco come ottenere l’aumento senza imbattersi in errori.
L’assegno di invalidità è una prestazione economica erogata dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS). È destinato a persone che, a causa di malattie o infortuni, hanno una riduzione della capacità lavorativa.
L’importo dell’assegno varia in base ai contributi versati e alla retribuzione media settimanale percepita dal richiedente. L’assegno viene corrisposto mensilmente e l’importo è soggetto a rivalutazioni annuali. Il riconoscimento dell’invalidità civile avviene attraverso una valutazione medica da parte di una commissione sanitaria dell’ASL (Azienda Sanitaria Locale) competente. Questa commissione esamina la documentazione medica e visita il richiedente per determinare il grado di invalidità, espresso in percentuale.
In Italia, le prestazioni assistenziali per l’invalidità civile sono fondamentali per garantire un sostegno economico a chi ha una ridotta capacità lavorativa dovuta a malattia o infortunio. Tuttavia, ottenere una percentuale di invalidità non basta per accedere a tutte le prestazioni; è necessario rispettare precisi limiti di reddito, anche se non sempre è così perchè ci sono delle eccezioni.
Tra queste eccezioni troviamo, l’indennità di accompagnamento, l’indennità di comunicazione e le indennità previste dalla Legge 508/1988 per invalidi civili, ciechi civili e sordomuti. Per le altre prestazioni, invece, è necessario rispettare specifici limiti di reddito annuali. Vediamo quali sono i redditi da conteggiare per restare al di sotto della soglia massima richiesta.
Ai fini del calcolo dei redditi per l’invalidità civile, si considerano tutti i redditi imponibili IRPEF al netto degli oneri deducibili e delle ritenute fiscali. Questo include:
– Redditi da lavoro dipendente: salari, stipendi e altre forme di compensazione per il lavoro prestato.
– Redditi da lavoro autonomo: compensi per prestazioni professionali e altri redditi derivanti da attività autonome.
– Prestazioni pensionistiche previdenziali: pensioni erogate dall’INPS o altri enti previdenziali.
– Proventi da terreni e fabbricati: redditi derivanti dalla proprietà di immobili e terreni, escluse le rendite catastali della prima casa di abitazione.
Alcune entrate non sono considerate nel calcolo del reddito per l’invalidità civile:
– Rendite INAIL: compensazioni per infortuni sul lavoro.
– Pensioni di guerra: prestazioni economiche per invalidità derivanti da eventi bellici.
– Reddito relativo alla casa di abitazione: escluso il valore dell’abitazione principale.
– Indennità di accompagnamento: aiuto economico per chi necessita di assistenza continua.
– Importo della prestazione di invalidità percepita: non si conta la stessa prestazione di invalidità ricevuta.
Il periodo di maturazione dei redditi da considerare varia in base al tipo di prestazione e al momento della richiesta: per il primo versamento si considerano i redditi dell’anno solare in corso, mentre per le pensioni, si considerano i redditi dello stesso anno; per altre tipologie di reddito, si fa riferimento all’anno solare precedente.
Per il 2024, i limiti di reddito per accedere alle varie prestazioni di invalidità civile sono stabiliti dalla Circolare INPS 1/2024, Allegato 2 (Tabella M3). Ecco una sintesi dei principali limiti:
– Pensione per invalidi civili totali: 19.461,12 euro.
– Assegno mensile per invalidi civili parziali: 5.725,46 euro.
– Indennità mensile di frequenza per minori: 5.725,46 euro.
– Indennità di accompagnamento: nessun limite di reddito.
Per l’integrazione degli assegni di invalidità, i limiti sono:
– Per persone sole: 13.894,66 euro.
– Coniugati o uniti civilmente: 20.841,99 euro.
L’aumento dell’assegno di invalidità civile in Italia può verificarsi in determinate circostanze, principalmente legate a revisioni periodiche o a variazioni della situazione economica del beneficiario.
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