Assegno di mantenimento: adesso bisogna restituirlo, tempi e modi della stangata

L’assegno di mantenimento, fondamentale per garantire il sostentamento post-separazione, può in alcuni casi dover essere restituito.

L’assegno di mantenimento è un supporto finanziario versato da un ex coniuge all’altro in seguito a una separazione o divorzio. Questo contributo economico è destinato a garantire il sostentamento dell’ex coniuge che si trova in una situazione economica meno favorevole, assicurando un tenore di vita adeguato alle circostanze.

quando va restituito l'assegno di mantenimento
L’assegno di mantenimento garantisce il sostentamento dell’ex coniuge in difficoltà economica post-separazione o divorzio – gentechevainmontagna.it

Il primo aspetto fondamentale da comprendere, quando si parla di assegno di mantenimento, è che non sempre l’importo stabilito rimane immutabile nel tempo. Le condizioni economiche possono cambiare, rendendo necessario un riesame degli accordi precedenti. In alcuni casi, può addirittura verificarsi una situazione in cui si scopre che le somme versate erano superiori a quanto dovuto, portando a complicate questioni legali ed etiche riguardanti la restituzione delle somme eccedenti.

Quando l’assegno di mantenimento va restituito?

Se un coniuge capisce che l’assegno di mantenimento era stato calcolato in eccesso, la legge prevede la possibilità di richiedere la restituzione delle somme non dovute. Secondo l’articolo 2033 del codice civile, chi ha effettuato un pagamento non dovuto ha il diritto di richiedere la restituzione dell’importo, comprensivo di interessi maturati dal giorno del pagamento. Questo principio si applica in base alla buona o cattiva fede del ricevente.

come funziona l'assegno di mantenimento
In alcuni casi, le somme versate possono risultare eccessive e l’altro coniuge può richiedere la restituzione – gentechevainmontagna.it

Le condizioni economiche degli ex coniugi possono variare, rendendo necessario un riesame dell’assegno di mantenimento. Cambiamenti come un nuovo impiego, un aumento di stipendio, malattie gravi o licenziamenti possono influenzare la capacità economica di uno dei coniugi. Tali modifiche richiedono però una valutazione giudiziaria specifica per essere applicate e non hanno effetto retroattivo. Una nuova sentenza diventa effettiva solo dalla data in cui diventa definitiva.

La Corte di Cassazione ha chiarito che le somme percepite non devono essere restituite se utilizzate per il sostentamento del coniuge beneficiario, confermando la natura assistenziale e solidaristica degli assegni di mantenimento. Per esempio, se l’assegno è stato usato per pagare affitto, bollette e cibo, non è necessario restituirlo.

Nonostante questo, però, ci sono dei casi che rappresentano un’eccezione a questa regola. La sentenza n. 32914/2022 delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione ha stabilito che la restituzione è obbligatoria se fin dall’inizio mancava il diritto al mantenimento. Questo accade quando il beneficiario non aveva bisogno dell’assegno o quando la separazione è addebitata al coniuge che ha ricevuto l’assegno.

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