Il costo della benzina ha raggiunto livelli elevatissimi e sembra continuare a salire ed è giusto capire i motivi.
I motivi dietro questo continuo aumento che sembra inghiottire tutti i guidatori e creare problemi non di poco conto non sembra trovare un punto di stop ma continua vertiginosamente ad avanzare, rendendo di fatto impossibile per molti sfruttare l’auto come prima.
Oltre tutti i costi di una vettura infatti è chiaro che ora un onere importante è dato proprio dal prezzo della benzina che influisce moltissimo soprattutto per chi è costretto a utilizzare l’auto ogni giorno per il lavoro e per la vita quotidiana e quindi deve fare rifornimento molto spesso.
Benzina a livelli altissimi, motivi dell’aumento di prezzo
Molti si chiedono come mai vi sia questo impatto così importante in Italia rispetto anche ad altri Paesi in Europa sul costo e per quale motivo sia andato oltre i 2 euro al litro. Il picco massimo si era in precedenza attestato su 1.9 euro al litro, livello che già rendeva molto onerosa la spesa per l’acquisto del carburante.
Le associazioni di consumatori in realtà hanno fatto presente che la soglia dei 2.5 euro è stata superata sull’A1 tra Milano e Napoli il giorno 5 aprile, anche sulla Torino-Piacenza il giorno seguente, si parla di cifre veramente notevoli, il picco è corrisposto ad euro 2.539. Dopo l’aumento importante dei prezzi della benzina c’era stata una decrescita e quindi si stava tornando a livelli normali.
“Esiste già una disposizione che in relazione a modifiche dei prezzi fa scattare un adeguamento, se si verificano le circostanze previste partirà. È evidente a tutti che il prezzo della benzina non dipende dalle decisioni del governo“, ha spiegato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Tutti si chiedono a questo punto perché ci siano effettivamente gli aumenti di prezzo, tutto dipende sicuramente dalle materie prime poiché il greggio ha superato i 90 dollari a barile e quindi ha subito un aumento del 20% rispetto ad inizio dicembre. La questione è delicata perché pare che i rialzi non siano finiti qui, gli automobilisti potrebbero dover affrontare un altro aumento del 7% sulla benzina e del 5% sul diesel.
In questo senso incide anche la questione politica globale, le guerre tra Russia e Ucraina e la situazione in Medio Oriente non aiutano affatto. Il mercato internazionale ne sta risentendo pesantemente e ovviamente con la domanda che cresce andrà sempre peggio. A dare un ulteriore colpo è stato il traffico attraverso il Mar Rosso che ha un impatto di 2 dollari al barile. Senza contare poi che in Italia il carico fiscale è elevatissimo, secondo i dati infatti l’Iva e le accise pesano per il 57% sul prezzo della benzina e per il 52% sul costo del diesel.