Il welfare aziendale offre una serie di vantaggi tangibili e intangibili per i dipendenti. Scopriamo il bonus che riguarda il tragitto casa-lavoro.
Il concetto di welfare aziendale sta guadagnando sempre più rilevanza nelle politiche aziendali moderne, offrendo una serie di vantaggi sia per i dipendenti che per le aziende stesse. Una di queste pratiche riguarda il bonus per il tragitto casa-lavoro. Ecco le cifre che spettano ai lavoratori.
La pratica del welfare aziendale è nata come un insieme di benefici aggiuntivi forniti ai dipendenti al di là dello stipendio base, si è evoluta nel corso degli anni diventando un importante strumento per migliorare la soddisfazione e il benessere dei lavoratori, nonché per aumentare la produttività e l’attrattività delle aziende sul mercato del lavoro.
Il welfare aziendale offre una serie di vantaggi tangibili e intangibili per i dipendenti. Dall’assistenza sanitaria alla previdenza integrativa, passando per la flessibilità lavorativa. Programmi di formazione e sviluppo professionale offerti come parte del welfare aziendale possono aiutare i dipendenti a sviluppare nuove competenze, migliorare le loro prospettive di carriera e sentirsi più motivati e coinvolti nel loro lavoro.
Offrire benefici e programmi di benessere ai dipendenti può aumentare la fedeltà e la soddisfazione, riducendo così il turnover e i costi associati alla sostituzione del personale. I dipendenti che si sentono supportati e valorizzati dall’azienda sono più motivati e impegnati nel loro lavoro, il che può portare a un aumento della produttività complessiva dell’azienda. In tal senso, allora, sta acquisendo grande credito questo bonus che riguarda il tragitto tra casa e lavoro: scopriamo insieme quanti soldi possono andare ai lavoratori.Â
Bonus tragitto casa-lavoro: il chiarimento dell’Agenzia delle Entrate
Le iniziative di car sharing, utilizzo condiviso di monopattini e scooter elettrici, e l’installazione di punti di ricarica per veicoli elettrici offerti dai datori di lavoro tramite app per gli spostamenti casa-lavoro non saranno considerati reddito imponibile per i lavoratori. Questa interpretazione è stata fornita dall’Agenzia delle Entrate, confermando che tali iniziative rientrano nel contesto delle disposizioni sul welfare aziendale stabilite nel Testo Unico delle Imposte sui Redditi, come specificato nell’interpello 74 del 2024.
L’interpretazione riguarda le iniziative di mobilità sostenibile promosse da società e chiarisce che questi servizi non devono essere considerati reddito soggetto a tassazione per i lavoratori. Ciò significa che i dipendenti che utilizzano questi servizi non saranno tenuti a pagare tasse sul valore economico dei benefici ottenuti.
Tuttavia, affinché i servizi di mobilità sostenibile possano beneficiare di questa agevolazione fiscale, devono rispettare alcune condizioni. Ad esempio, devono essere accessibili solo a coloro che non usufruiscono già di un’auto aziendale come fringe benefit. Inoltre, i servizi di condivisione devono essere disponibili solo se la sede di lavoro è situata in aree che consentono il riutilizzo del mezzo da parte di altri utenti, garantendo così una reale condivisione e la diminuzione dei costi sociali del trasporto.
Il piano di welfare aziendale deve stabilire dei limiti di spesa per garantire che l’utilizzo sia limitato al tragitto casa-lavoro e non deve prevedere alcun rimborso delle spese sostenute direttamente dal dipendente per questi servizi. Inoltre, secondo quanto chiarito dall’interpello 57 del 2024 dell’Agenzia delle Entrate, i servizi devono essere offerti a tutti i dipendenti o a specifiche categorie di dipendenti in conformità con il Codice Civile, senza discriminare le categorie basate su caratteristiche personali o familiari.