Le caldaie a gas sono state bandite, la decisione è arrivata in via ufficiale e ora bisogna intervenire anche rapidamente.
La Direttiva per combattere l’inquinamento in tutti i Paesi d’Europa impone tanti nuovi obblighi per tutti i cittadini, non solo in termini di ristrutturazioni ma anche di piccole modifiche. Dopo l’approvazione del 12 marzo, la Direttiva Case Green sarà poi gestita dai singoli Paesi che dovranno capire come sviluppare il tutto.
Per l’Italia la notizia non è delle migliori. Di fatto ci sono tantissimi edifici datati. Raggiungere quindi entro il 2050 zero emissioni è molto complesso e sicuramente implicherà per tutti delle spese non previste. L’impatto sarà sulle nuove case ma anche sulle vecchie, quindi una condizione che riguarderà tutti.
Stop caldaie a gas: cosa comporta entro il 2025 per le famiglie italiane
Il problema è che oggi i due terzi dell’energia consumata per andare a riscaldare le abitazioni proviene dai combustibili fossili. La decarbonizzazione impone quindi interventi anche su prodotti di uso comune a cui ormai tutti siamo abituati. L’avvio di questo procedimento comporterà a partire dal 2025 la fine degli incentivi per le caldaie e quindi la necessità, per i nuovi impianti, di prevedere un finanziamento totalmente personale.
Con questo blocco, in maniera indiretta, l’Ue spera appunto di ottenere la fine dell’installazione di tali strumenti. Sarà comunque possibile ottenere ancora incentivi per i sistemi ibridi, ad esempio con impianto solare termico o pompa di calore. Per le caldaie a gas invece è previsto lo stop quindi progressivamente se ne installeranno sempre di meno per poi procedere successivamente a non sceglierle virando su altri tipi di installazione.
Questa notizia ha generato grande preoccupazione dal momento che tutti dovranno provvedere prima o poi in maniera autonoma a rintracciare la soluzione per le proprie esigenze. Il 2025 è sicuramente il primo stop quindi non quello definitivo poiché determina solo la fine delle agevolazioni. Tuttavia, anche se le tempistiche sembrano lunghe, la verità è che bisognerà intervenire e anche al più presto.
Di divieto totale si parlerà solo nel 2040, da quella data in poi per gli immobili sarà vietato letteralmente installare questo tipo di sistema. Il pacchetto comunque è molto dettagliato e comporta una serie di novità e limitazioni che riguarderanno gli edifici e che hanno a che fare soprattutto con quelli di vecchia data. Il rischio non è solo di non rispettare la normativa ma anche di determinare una svalutazione del proprio immobile in termini economici. Per questo motivo si stima una spesa complessiva ad abitazione tra i 20 e i 50 mila euro per poter ripristinare tutto quanto necessario al fine di adeguare l’immobile alla direttiva.