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Cassa integrazione e mutui: allarme per quello che sta succedendo e cosa si rischia

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Pasquale Conte

È allarme per cassa integrazione e mutui. Ecco che cosa sta succedendo, ci sono migliaia di cittadini che rischiano grosso.

Sono settimane di grandi cambiamenti sul fronte economico in Italia con alcuni bonus e sussidi le cui richieste sono schizzate alle stelle per via del grave periodo di difficoltà che migliaia di famiglie vivono da ormai diverso tempo. Ma non solo. Secondo i dati emersi, infatti, l’INPS si sta ritrovando a dover affrontare anche un boom totale della cassa integrazione.

Cosa succederà per cassa integrazione e mutui – Gentechevainmontagna.it

Pare infatti che, nel solo mese di gennaio 2024, siano state autorizzate 49 milioni di ore di Cig con un aumento pari al 68,6% rispetto a dicembre 2023. E un’ulteriore crescita del 16,8% rispetto al mese di gennaio 2023, quando le ore di cassa integrazione erano state 42 milioni. Questo fenomeno potrebbe ripercuotersi anche sui mutui e ora è allarme per milioni di cittadini: ecco che cosa potrebbe succedere e come tutelarsi.

Cassa integrazione e mutui: i (grossi) rischi per i cittadini

Sono dati sempre più allarmanti quelli riguardanti le ore di cassa integrazione che si sta ritrovando a dover gestire l’INPS. Nel Nord-Est c’è stato un aumento del 103,26% a gennaio 2024, in Puglia addirittura un +523,25%, mentre in Calabria ci si è “fermati” al +156,92%. Secondo i dati forniti dall’Istituto, il settore più colpito ad oggi è quello del commercio, seguito dal comparto industriale.

Cosa succederà per cassa integrazione e mutui – Gentechevainmontagna.it

Ed è qui che scatta la preoccupazione per coloro che stanno pagando il mutuo per la casa e che chiedono la sospensione temporanea per potersi tutelare. Cosa succederà nelle prossime settimane, considerando l’aumento sconsiderato di numeri? Al momento la situazione è ancora “nella norma”, grazie al Fondo Gasparrini, ossia un’agevolazione in grado di garantire una sospensione del mutuo per un massimo di 18 mesi.

Tutti i richiedenti devono però rientrare in due condizioni precise: star pagando un mutuo per la prima casa inferiore a 250.000 euro e dimostrare di trovarsi in difficoltà per la sospensione del lavoro o la riduzione dell’orario. La soglia ISEE è invece tornata a 30.000 euro annui nel 2024. Ad essere esclusi sono però i liberi professionisti, i lavoratori autonomi e le cooperative edilizie a proprietà indivisa.

C’è anche la possibilità di abbassare la rata mensile del mutuo, senza procedere con la sospensione temporanea. In che modo? Godendo della portabilità da una banca ad un’altra. Un trasferimento gratuito e che dà modo di rinegoziare le condizioni, così da trovare quelle più vantaggiose per un risparmio di durata e di tasso.

Pasquale Conte

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