Al ritorno dell’estate è tempo di scelte: mare o montagna? Generalmente chi punta a quota zero, a una spiaggia su cui rilassarsi e abbronzarsi, si dice amante del caldo. Gli appassionati delle quote più elevate, si definiscono al contrario insofferenti per il caldo. E da un certo punto di vista, tocca dar loro ragione. Al crescere dell’altitudine corrisponde infatti un proporzionale decremento della temperatura (in media ogni 100 metri si registra una diminuzione di 0.65°C). Nonostante il cambiamento climatico stia portando a un aumento delle temperature medie anche alle quote più alte (basti pensare che nel corso degli ultimi inverni lo zero termico abbia più volte superato i 3000 metri), la montagna continua a rappresentare un luogo in cui trovare frescura, soprattutto se ci si muove in bosco. Innegabile è che però, qualora si affrontino lunghe escursioni in spazi privi di copertura, il caldo si faccia sentire. Ci si ritrova infatti esposti per ore all’azione diretta dei raggi solari. Una situazione che, esattamente come accade anche al mare, determina l’accrescersi di un rischio da non sottovalutare, quello del colpo di calore e del colpo di sole. Spesso confusi tra loro, i due termini identificano differenti condizioni patologiche che possono rivelarsi letali.
Colpo di calore e colpo di sole non sono sinonimi. Lo sviluppo delle due condizioni è legato infatti a cause differenti. Perché si sviluppi un colpo di calore è necessaria la presenza concomitante di 3 condizioni ambientali: alta temperatura, alto grado di umidità, scarsa ventilazione. In tali circostanze il nostro corpo perde la sua capacità di termoregolarsi. In sostanza, la temperatura corporea schizza oltre quello che è il valore medio considerato normale per l’essere umano (36-37°C), raggiungendo e superando i 40°C, il tutto in pochi minuti.
La dinamica di sviluppo è di facile comprensione: durante una escursione sotto il sole, chi più chi meno, chi prima chi dopo, tutti iniziamo a sudare. Il sudore ci bagna la cute e poi evapora. Questo è il meccanismo “di sicurezza” che il corpo attiva quando, a seguito di un incremento della temperatura interiore, causato sia dallo sforzo che dall’assorbimento di calore dall’esterno, tendiamo a surriscaldarci. Il problema subentra se ci troviamo in condizioni di elevata umidità e scarsa ventilazione. In tali circostanze viene infatti impedita l’evaporazione del sudore e il nostro meccanismo speciale di raffreddamento viene rallentato o bloccato. In condizioni di caldo molto umido e assenza di vento, il rischio di un colpo di calore aumenta. La conseguenza primaria di un colpo di calore è una vasodilatazione periferica che determina come conseguenza la riduzione dell’apporto di ossigeno al cervello e agli organi vitali. Si possono inoltre determinare turbe elettrolitiche dovute alla perdita di sali minerali.
I sintomi principali del corpo di calore sono i seguenti:
I sintomi peggiorano nel corso del tempo, e si può arrivare a perdita di lucidità, collasso o svenimento, o addirittura nei casi più gravi arresto cardiaco, convulsioni, coma e morte.
Il colpo di sole, o insolazione, è invece causato da una esposizione diretta del corpo, in particolare del capo, alle radiazioni solari. Per essere chiari, si può rischiare un colpo di sole sia che ci si muova sia da fermi, ad esempio durante una pausa prolungata. La condizione necessaria e sufficiente per cui esso si sviluppi è non avere il capo adeguatamente schermato dai raggi solari. Ne consegue un surriscaldamento della scatola cranica da cui può derivare un edema secondario dei tessuti cerebrali. Tale condizione si associa allo sviluppo di sintomi neurologici, sovrapponibili a quelli caratteristici del colpo di calore. A tali effetti si aggiungono quelli causati dalla interazione diretta dei raggi solari con la cute, ovvero eritemi solari, arrossamento degli occhi con lacrimazione abbondante, generale sensazione di malessere con debolezza, nausea e vertigini. In casi gravi congestione dei vasi sanguigni cerebrali con potenziale rischio di emorragie.
Sia il colpo di calore che l’insolazione rappresentano un rischio che, come premesso, si può correre tanto in montagna quanto al mare o in una città d’arte. In piena estate, soprattutto in concomitanza con le ondate di calore, è dunque importante puntare sulla prevenzione, ovunque ci si trovi.
Per tale ragione ogni anno, nei mesi estivi, il Ministero della Salute attiva il “Sistema nazionale di previsione allarme”, con il supporto tecnico-scientifico del Dipartimento di Epidemiologia del SSR Regione Lazio, Centro di competenza del Dipartimento della Protezione Civile. Un sistema che consente di prevedere le ondate di calore e prevenirne gli effetti sulla salute della popolazione. Sulla base delle condizioni meteo-climatiche rilevate in 27 città italiane (Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Brescia, Cagliari, Campobasso, Catania, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Genova, Latina, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona, Viterbo) vengono elaborati dei bollettini giornalieri, in cui vengono comunicati i possibili effetti sulla salute in base alle condizioni meteorologiche previste. Accanto ai bollettini, sempre sul sito ministeriale, sono disponibili 10 consigli utili a ridurre il rischio di colpi di sole o calore.
Il sistema, come si evince dall’elenco delle località sopra riportato, nasce a sostegno degli abitanti e dei turisti di città. Ciononostante, alcuni tra i suggerimenti forniti risultano utili anche a limitare il rischio di insolazioni e colpi di calore per chi svolga attività in quota (runner, escursionisti, alpinisti, climber…):
Qualora si manifestino sintomi compatibili con colpo di sole o calore è bene portare nel minor tempo possibile la persona in un luogo fresco e ventilato e intanto allertare il servizio di emergenza. Nell’attesa è consigliabile procedere a raffreddare il corpo con impacchi freschi (no ghiaccio) e somministrare bicchierini di acqua alla vittima.
Teniamo a mente che anche i nostri amici a 4 zampe rischiano colpi di sole e di calore, nonostante la loro termoregolazione funzioni in maniera diversa. Il processo non è infatti basato sulla sudorazione (sudano un po’ attraverso le ghiandole presenti sui cuscinetti delle zampe) ma sulla respirazione. Quando è accaldato il cane inizia ad ansimare. Anche la lingua a penzoloni lo aiuta a disperdere il calore in eccesso. Ricordiamoci di portare anche per loro una abbondante riserva di acqua e assicuriamo dei momenti di ristoro all’ombra. In estate, al pari se non di più del resto dell’anno, è importante valutare a quali escursioni sottoporre il nostro Fido in funzione del suo grado di allenamento, della sua età e stato di salute.
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