La Legge 104 offre numerosi benefici ai soggetti con disabilità e ai caregiver come la possibilità di stare a casa per due anni.
Immaginate non dover andare a lavoro per due anni e ricevere ugualmente la retribuzione: con la Legge 104 questo sogno è realizzabile ma ad alcune condizioni e per una seria motivazione. Le Legge 104 nasce con lo scopo di favorire l’inclusione lavorativa e sociale delle persone che a causa di una minorazione fisica, psichica o sensoriale, rischiano di rimanere esclusi. La normativa, infatti, è volta all’assistenza, all’integrazione sociale e alla tutela dei diritti delle persone con handicap.
Beneficiari sono sia i cittadini disabili che i caregiver che si occupano dei familiari con minorazioni gravi. Le misure loro dedicate sono numerose dai permessi di tre giorni al mese alle detrazioni per figli a carico, fino all’IVA ridotta al 4% sull’acquisto di sussidi informatici e tecnologici.
Per richiedere gli aiuti occorrerà procedere con l’accertamento della disabilità inviandone richiesta all’INPS e sottoponendosi a visita medica davanti ad una Commissione incaricata di redigere il verbale attestante l’handicap e la gravità dello stesso. Una volta riconosciuta la Legge 104 si potrà fare domanda dei benefici, tra i quali spicca anche quello che permette di restare a casa per un massimo di due anni.
A casa per due anni: niente lavoro per chi ha la Legge 104
La misura di riferimento è il congedo straordinario che permette al caregiver di assentarsi dal posto di lavoro per un massimo di due anni durante l’intera carriera lavorativa. Per approfittare del beneficio occorrerà dimostrare di dover assistere un familiare disabile grave (Legge 104 articolo tre comma tre). Il congedo straordinario richiede di seguire un ordine di priorità il che significa che possono inoltrare domanda i familiari in base ad un certo ordine.
Solo se chi sta in una posizione precedente è mancante, deceduto o anch’esso affetto da patologia invalidante allora si potrà richiedere il congedo di due anni. L’ordine di priorità è il seguente:
- Coniuge convivente;
- Padre o madre (anche adottivi);
- Figli conviventi;
- Fratelli o sorelle conviventi;
- Parenti e affini entro il terzo grado convivente;
Notiamo come la convivenza sia requisito indispensabile per ottenere il congedo. Caregiver e disabile dovranno convivere dal primo giorno di assenza dal posto di lavoro e per tutta la durata del congedo straordinario. Ci sono solo tre eccezioni alla regola. Se il caregiver è un genitore che assiste il figlio disabile grave, se caregiver e disabile abitano nello stesso palazzo ma in interni differenti oppure se il caregiver fa domanda di residenza temporanea perché vive in un Comune diverso da quello del familiare da assistere. Altra condizione per assentarsi fino a due anni (anche non consecutivi) dal posto di lavoro è che il disabile non sia ricoverato a tempo pieno a meno che i sanitari della struttura richiedano la presenza del caregiver.