Confermato l’aumento delle pensioni: ecco da quando e di quanto

Buone notizie in arrivo per i pensionati italiani: confermato l’aumento dell’assegno mensile. Ecco di quanto aumenterà.

Nel 2024 in Italia si contano quasi 18 milioni di pensionati: si tratta di persone che, dopo decenni di duro lavoro e di sveglia puntata sempre allo stesso orario, si godono finalmente il meritato riposo. Tutti i pensionati ricevono ogni mese l’assegno pensionistico che può essere ritirato o presso gli uffici postali o accreditato direttamente su conto corrente bancario o postale.

Aumento pensioni
Aumenti delle pensioni per il 2025 – (Gentechevainmontagna.it)

L’importo dell’assegno pensionistico varia di mese di mese a seconda delle accise o delle tasse dovute o anche per accrediti o arretrati. Inoltre l’INPS, ogni anno e su base delle indicazioni del MEF e dell’inflazione rilevata dall’Istat, aumenta l’importo delle pensioni, tramite il meccanismo di perequazione. Questo serve a garantire che il potere d’acquisto delle pensioni non sia eroso dall’inflazione.

Pensioni, nuovi aumenti dal 2025: ecco di quanto aumenteranno

Per il 2025 si prevedono aumenti sull’assegno pensionistico. Per quanto riguarda i trattamenti minimi, si prevede un aumento dell’1.6%, con un assegno minimo che dovrebbe arrivare a 608,18 euro. Le pensioni da 1.000 euro, invece, dovrebbero aumentare di circa 16 euro mentre le pensioni di 1.500 euro dovrebbero aumentare di circa 24 euro.

Pensionata soldi in aumento
Pensioni nel 2025: ecco di quanto aumentano – (Gentechevainmontagna.it)

Ad aumentare nel 2025 anche l’assegno sociale che dovrebbe passare, da 534,41 euro a 542,96 euro, mentre le pensioni di invalidità dovrebbero passare da 333,33 euro a 338,66 euro. Questi aumenti sono calcolati sulla base di un’inflazione stimata all’1,6% nel DEF di luglio 2024. Se il dato definitivo dovesse essere diverso, anche gli aumenti potrebbero variare leggermente.

Per le pensioni che superano quattro volte il trattamento minimo, il meccanismo di rivalutazione non è ancora chiaro. La legge n. 448 del 1998 prevede una rivalutazione al 100% per la prima parte (fino a 2.394,44 euro) e poi fasce con percentuali decrescenti. Tuttavia, negli ultimi anni è stato utilizzato un metodo meno favorevole, con la rivalutazione applicata all’intero importo della pensione e con percentuali più basse.

Al momento non è dato sapere se il Governo Meloni ripristinerà il meccanismo originario o confermerà quello attuale. La differenza per le pensioni più alte sarebbe significativa: con la Legge 448/ 1998 una pensione da 2.500 euro aumenterebbe di 57,86 euro mentre con il sistema attuale la stessa pensione aumenterebbe di 42,30 euro.

Con il sistema attuale, le pensioni oltre 4 e fino a 5 volte il trattamento minimo, ovvero 2.394,44 euro 2.993,05 euro aumenteranno dell’1,36%. Oltre 5 e fino a 6 volte il trattamento minimo (2.993,05 euro 3.591,66 euro) aumenteranno dell’0,848%; oltre 6 e fino a 8 volte il trattamento minimo (3.591,66 euro 4.788,88 euro) aumenteranno dello 0,752%. Oltre 8 e fino a 10 volte il trattamento minimo 4.788,88 euro 5.986,10 euro aumenteranno dello 0,592% e oltre 10 volte il minimo 5.986,10 euro aumenteranno dello 0,352%.

Ancora peggio andrebbe a una pensione d’importo maggiore, ad esempio di 3.500 euro. Con il sistema originario l’aumento sarebbe di circa 53 euro, mentre con il sistema Meloni di circa 30 euro, con una differenza di 23 euro al mese (circa 300 euro l’anno).

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