Scopri come è cambiato il sistema previdenziale italiano: ecco cosa è successo alla pensione di anzianità. L’INPS chiarisce tutto.
Il sistema previdenziale italiano, nel corso degli anni, ha subito numerose modifiche, influenzando le modalità di pensionamento per i lavoratori, che devono essere sempre aggiornati sugli ultimi sviluppi per evitare di ricevere spiacevoli sorprese. Tra le varie forme di pensione, quella di anzianità ha visto un cambiamento piuttosto importante.
Con l’introduzione della riforma Fornero, la pensione di anzianità è stata sostituita da nuove modalità di accesso alla pensione. Se non sai bene come districarti in questo mondo in continuo cambiamento, scopri che cosa è cambiato e quali sono le attuali condizioni per andare in pensione.
Esiste ancora la pensione di anzianità? L’INPS chiarisce il dubbio
La pensione di anzianità permetteva di andare in pensione unendo gli anni di contributi ed un requisito anagrafico. Ora però non esiste più nel sistema previdenziale italiano. Questa forma di pensionamento richiedeva solitamente 65 anni di età per gli uomini e 60 per le donne, con dei requisiti contributivi variabili a seconda delle diverse situazioni lavorative della persona in questione. Dal 2011, con l’introduzione della riforma Fornero, questa modalità è stata abolita.
Ora la pensione di anzianità è stata sostituita dalla pensione di vecchiaia, che prevede che i lavoratori possano andare in pensione al raggiungimento di 67 anni di età e con almeno 20 anni di contributi versati.
Le eccezioni al regime di vecchiaia
Nonostante la standardizzazione appena enunciata, il sistema previdenziale italiano prevede alcune eccezioni:
- Mansioni gravose e usuranti: i lavoratori che svolgono dei lavori gravosi e usuranti possono accedere alla pensione di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi, a patto che abbiano versato almeno 30 anni di contributi.
- Contributi insufficienti: coloro che non hanno raggiunto i 20 anni di contributi al compimento dei 67 anni possono accedere alla pensione di vecchiaia a 71 anni, a condizione di aver versato ulteriori 5 anni di contributi.
- Totalizzazione: per i lavoratori che hanno versato contributi in diverse casse, gestioni o fondi previdenziali, è possibile accedere alla pensione di vecchiaia a 66 anni in regime di totalizzazione (per cui l’erogazione dell’assegno avviene 18 mesi dopo il raggiungimento dei requisiti).
Inoltre, l’età di pensionamento dovrebbe adeguarsi e adattarsi all’aumento della speranza di vita accertata dall’Istat, portando a un incremento di tre mesi ogni due anni. Questo adeguamento è bloccato fino al 31 dicembre 2026.
La riforma del sistema pensionistico italiano ha portato alla scomparsa della pensione di anzianità, sostituita dalla pensione di vecchiaia, con le sue eccezioni. È importante comprendere questi cambiamenti per riuscire a pianificare in modo adeguato il proprio futuro pensionistico.