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Gli stambecchi stanno diventando animali notturni, ecco perché

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Alessia Barra

Da animali diurni ad animali notturni. Cosa sta succedendo agli stambecchi? Perché stanno cambiando abitudini? La colpa è nostra

Uno studio dell’Università di Ferrara e Sassari dimostra che le abitudini di vita degli stambecchi del nostro Paese e non solo, stanno cambiando radicalmente e la colpa sarebbe proprio dell’uomo.

A causa del riscaldamento globale, questi animali hanno cominciato a spostarsi e cercare cibo soprattutto durante la notte, nonostante questo aumenti le loro probabilità di essere uccisi dai predatori che si aggirano proprio in questo momento della giornata, come i lupi.

Scopriamo di più su questa ricerca e sui risultati sorprendenti che ha consentito di scoprire.

Lo stambecco: la capra selvatica più abile ad arrampicarsi

Gli stambecchi sono animali molto abili ad arrampicarsi sulle pareti rocciose – Unsplash – gentechevainmontagna.it

Lo stambecco, o capra ibex, è una specie di capra selvatica diffusa sulle montagne dell’Arco alpino.

Gli esemplari maschi presentano delle corna molto grandi e ricurve, mentre le corna degli esemplari femmina sono più piccole e sottili.

Per consentirne la sopravvivenza e prevenire il rischio di estinzione, questa specie è stata reintrodotta in alcune aree come il Parco Nazionale del Gran Paradiso, in Valle d’Aosta e in Piemonte, che è diventato la vera casa di questa specie.

Si tratta di un animale erbivoro, che può mangiare fino a 15 kg di erba al giorno. Gli accoppiamenti avvengono durante i mesi di dicembre e gennaio e prevedono un corteggiamento da parte del maschio, che per aggiudicarsi una femmina, combatte con altri maschi in maniera spettacolare.

Grazie alla loro abilità ad arrampicarsi, gli stambecchi amano passare le giornate sui pendii rocciosi ad alta quota, per potersene stare indisturbati, lontani dal caos dei sentieri.

L’aspetto più rilevante per il nostro excursus di oggi, è che lo stambecco è sempre stato un animale diurno, attivo fin dalle prime ore di luce, ma questa caratteristica sta cambiando a causa del riscaldamento globale.

Ecco lo studio che ce lo dimostra.

Lo svolgimento della ricerca

Le Università di Ferrara e di Sassari hanno collaborato in questo studio sugli stambecchi, scegliendo come punto di riferimento il Parco Nazionale Gran Paradiso e il Parco Nazionale Svizzero.

I ricercatori hanno tenuto monitorati 47 stambecchi tra il 2006 e il 2019, sia maschi che femmine,  in quote comprese tra i 1500 e i 3.300 metri.

Per ogni esemplare veniva scritto un rapporto di attività grazie ai radiocollari di ultima generazione che erano stati posti su ben 3.703.248 stambecchi.

Il resoconto di questo studio è stato pubblicato il 17 gennaio sulla rivista inglese Proceedings of the Royal Society B, una rivista scientifica che tratta di scienze biologiche.

I risultati della ricerca

Lo studio ha messo in luce come gli stambecchi per evitare il caldo, tendano a mostrare una maggiore attività notturna nonostante il rischio di essere predati dai lupi.

Gli stambecchi cominciano ad essere più attivi durante le ore notturne – Unsplash – gentechevainmontagna.it

Inoltre, spiegano i ricercatori, che anche l’attività dell’uomo potrebbe aver contribuito a questa modifica comportamentale degli stambecchi:

“Circa l’83% degli ambienti terrestri mostra segni palesi del cambiamento climatico e l’aumento della presenza umana ha ridotto le possibilità di migrazione per la fauna, e ha spinto varie specie a modificare i ritmi e gli orari della loro attività”.

Questo cambio di abitudini vale sia per gli esemplari maschi che per gli esemplari femmina, anche se quest’ultime si comportano in modo più cauto rispetto ai maschi, specialmente se hanno cuccioli al seguito. Ma, nonostante questa cautela in più, preferiscono anche loro gli spostamenti notturni.

Il fenomeno, quindi, potrebbe avere delle ripercussioni sulla conservazione stessa della specie.

L’impatto della crisi climatica

Francesca Brivio, Marco Apollonio e Stefano Grignolio, sono alcuni dei ricercatori che hanno condotto questo studio, e non è la prima volta che parlano delle ripercussioni della crisi climatica sugli stambecchi.

Infatti, già nel 2019 avevano sottolineato quanto le variazioni delle temperature stessero condizionando la distribuzione degli stambecchi: questi animali avevano cominciato ad avventurarsi ad altitudini sempre più elevate per cercare il fresco, a discapito delle risorse alimentari più scarse di quelle altezze.

A quanto pare, gli stambecchi per poter svolgere le loro attività, hanno bisogno di temperature sopra i 15 gradi, altrimenti si fermano e attendono la notte.

Possibili provvedimenti a favore degli stambecchi

Queste scoperte forniscono degli elementi importanti per poter studiare delle nuove strategie da implementare a tutela degli ambienti montani e della fauna alpina.

Ad esempio, sapendo delle difficoltà che gli stambecchi incontrano durante il giorno a causa delle temperature, bisognerà cercare di ridurre al massimo le fonti di disturbo per incentivarli a muoversi e cercare cibo alla luce del sole.

Una delle azioni che si può intraprendere in tal senso, è cercare di limitare la presenza di escursionisti ed elicotteri durante le ore del giorno per non infastidirli ulteriormente.

 

Quello che ci auguriamo è che il riscaldamento globale non causi l’estinzione di questi animali e che le conseguenze del suo impatto possano essere contenute.

Alessia Barra

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