La montagna non è un luogo esclusivamente per la vacanza o per il trekking, ma addirittura anche per prepararsi ad una guerra.
Purtroppo, la storia è piena di battaglie svolte tra le montagne o di esercitazioni militari tra le rocce e il freddo dell’alta quota. Ma quando si sono svolte le prime guerre in montagna? In realtà, il termine stesso di guerra in montagna sembra che sia nato nel Medioevo, quando le varie monarchie europee non riuscivano a sconfiggere l’esercito svizzero tra le Alpi.
Infatti, la tattica svizzera, che prevedeva di attaccare con pochi uomini e subito dopo di nascondersi tra le rocce, è stata utilizzata anche dai gruppi partigiani nella Seconda Guerra Mondiale. Si pensava che ormai questo tipo di mentalità potesse essere ufficialmente messa da parte, ma a quanto pare non è affatto così. Con alcuni maestosi rilievi che ancora una volta sono diventato teatro per operazioni militari.
La passata guerra tra Armeni e Azeri è terminata con una tregua non solida, perciò da un momento all’altro potrebbe riaccendersi la miccia. Per questo motivo molti cittadini paramilitari si addestrano costantemente tra le montagne situate vicino a Yerevan. Il luogo dell’addestramento è caratterizzato da una strada tortuosa, piena di tornanti scoscesi e di buche. Per arrivarci occorre viaggiare circa un’ora con la macchina da Yerevam, ma il percorso non è facile: bisogna affrontare prima di tutto la periferia urbana, poi le strade di montagna ed infine i campi gremiti di mandrie.
L’atmosfera che aleggia in questi luoghi è quasi deprimente, nonostante la bellezza di alcuni paesaggi naturali. Purtroppo, si percepisce la grande tensione presente tra le persone e il fatto che l’Armenia viva una quotidianità di guerra sospesa da oltre 20 anni. Ma per quale motivo questa terra si trova in queste condizioni?
Il motivo è il conflitto del Nagorno Karabakh, la quale è una regione costituita da una maggioranza armena nel territorio dell’Azerbaijan. Nel lontano 1994 l’Armenia era riuscita a vincere e a prendersi il controllo della regione. Sfortunatamente, nel 2020 l’Azerbaijan è ritornata ad attaccare per riprendersi il controllo della regione e, dopo 44 giorni di conflitto, l’Armenia ha lasciato quel piccolo territorio.
Tuttavia, circa 140.000 armeni continuano a vivere in quella regione, sotto la protezione della Federazione russa. Per quanto riguarda l’addestramento, il gruppo paramilitare è costretto a svegliarsi in piena notte per incominciare l’allenamento. e imbracciano i fucili Ak-47 in legno. Il primo obiettivo è creare un gruppo unito, che riesca a sopportare i sacrifici di una guerra.
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