L’alpinista Luc Boisnard colpito dalla quantità di rifiuti accumulati tra le vette della catena montuosa dell’Himalaya, ha pensato di dar vita a un progetto “The Himalayan Cleaup“, per sensibilizzare sul tema dei rifiuti e della pulizia dell’ambiente e per organizzare un incontro tra i tanti volontari giunti da ogni luogo, che hanno l’obiettivo di ripulire i luoghi di montagna.
“È una vera discarica. Dietro ogni roccia ci sono un sacco di bombole di ossigeno, cibo in scatola, teli per tende, scarpe, è davvero assurdo”, dice Boisnard. Questi rifiuti sono frutto di tutte le spedizioni di alpinisti “poco attenti all’ambiente” che attraversano Pakistan, India, Nepal e Buthan e che nel corso degli anni hanno accumulato, in questo modo, tonnellate di spazzatura. L’alpinista, che sta organizzando giornate di raccolta di tutti i rifiuti abbandonati sulle vette dell’Himalaya, ha raccontato di aver accumulato 3,7 tonnellate di rifiuti in tutto.
The Himalayan Cleanup, un’idea semplice per una mossa importante
“‘The Himalayan Cleanup’ è una giornata per mostrare il nostro amore per la montagna. Questa semplice idea che ha preso forma nel 2018 è cresciuta fino a diventare una delle più grandi campagne a cui hanno assistito le nostre possenti montagne. L’idea era semplice, ma anche potente. Non era solo una normale pulizia. Volevamo capire cosa c’era nei nostri rifiuti e chi erano i maggiori inquinatori delle montagne“, così si legge nel sito ufficiale del movimento.
L’Himalayan Cleanup è stato ideato nel 2018, per “evidenziare il problema dell’inquinamento da plastica nella regione himalayana indiana e per coinvolgere le persone a cercare soluzioni sostenibili“, spiega il movimento. “Un bando aperto per la partecipazione a The Himalayan Cleanup ha visto la partecipazione di oltre 250 organizzazioni e istituzioni di tutte le montagne per ripulire i siti nelle proprie aree. Dal Jammu e Kashmir al Sikkim all’Arunachal Pradesh, circa 15000 persone si sono riunite per mostrare la loro preoccupazione e il loro amore per le montagne. Ha anche mostrato come l’inquinamento da plastica fosse una crisi negli stati di montagna“, continua la nota.
L’alpinista, aiutato da qualche volontario e sherpa, ha raccontato che delle 3,7 tonnellate di rifiuti il 45% era composto da plastica: 1.100 kg sul Makalu e 550 kg sull’Annapurna. Durante la sua prima spedizione, Boisnard aveva già raccolto una tonnellata di rifiuti e 550 kg erano di plastica.
L’alpinista ha parlato di una “vera discarica” e di “alpinisti che gettano i rifiuti anche nei ghiacciai da dove riemergeranno tra 200 anni”.