Sul massiccio della Maiella, nell’Appennino abruzzese, sorge un bivacco di colore rosso dalla forma molto peculiare. Una struttura che ricorda un po’ un igloo: il bivacco Pelino. La struttura è ubicata sulla vetta del Monte Amaro (di nome e di fatto), a poca distanza dalla croce di vetta che segnala l’arrivo a quota 2.793 metri., e spicca con la sua sfumatura cromatica in contrasto con un suolo dall’aspetto lunare. Il suo colore intenso ha stimolato lo scorso anno l’exploit artistico di alcuni escursionisti, che si sono divertiti a “decorarlo” con bombolette di vernice spray. Dopo un intervento di restyling a cura della sezione del Club Alpino Italiano di Sulmona, proprietaria della struttura, le porte del bivacco sono state riaperte. Occasione perfetta per programmare un trekking autunnale in Maiella.
L’igloo rosso del Monte Amaro
Il Monte Amaro rappresenta la vetta più elevata del massiccio della Maiella, il secondo massiccio più alto degli Appennini dopo quello del Gran Sasso. Ci troviamo all’interno del Parco Nazionale della Maiella, fino al 2021 Parco Nazionale della Majella, con la “j”. La lettera è stata abbandonata su volontà del consiglio dell’Ente, con approvazione del Ministero dell’Ambiente, ripristinando il nome originario con la “i”.
Il sentiero classico di accesso alla cima, che si sviluppa tra le bellezze naturali dell’area protetta, parte dal Rifugio Pomilio (1.892 m) e risulta decisamente impegnativo. Non tanto in termini tecnici quanto per lunghezza e dislivello (1.200 metri), adatto dunque a escursionisti esperti. La fatica della salita è ripagata dall’arrivo in vetta, immersi in un paesaggio lunare. Sul terreno roccioso calcareo si erge una struttura nata per fornire riparo a escursionisti e alpinisti in tutte le stagioni dell’anno. Si tratta del bivacco Cesare Mario Pelino, per gli amici Bivacco Pelino.
Facilmente riconoscibile in qualunque foto vi capiti innanzi grazie al suo colore rosso e alla sua forma a cupola geodetica (sempre per gli amici, seppur imprecisamente, a forma di igloo). L’interno del bivacco risulta molto spartano, vi si trovano alcuni letti a castello per un totale di 10 posti letto. Chi voglia fermarsi a dormire prenda nota del fatto che il bivacco non disponga di acqua. Inoltre è necessario portare da casa il sacco a pelo.
Nell’agosto 2022, nel pieno della stagione turistica estiva che vede un significativo incremento degli arrivi in vetta (e della biodiversità escursionistica), la struttura è stata oggetto di un atto vandalico. Non i classici vandalismi di cui si sente parlare annualmente in relazione ai bivacchi, generalmente danneggiamenti agli interni, ma qualcosa di più artistico. Quattro escursionisti stranieri si sono infatti dilettati nel decorare gli esterni del bivacco con delle bombolette di vernice spray bianca.
L’opera ha destato reazioni contrastanti. Pur riconoscendo all’unanimità la scorrettezza del gesto, di fatto un reato, non è mancato chi abbia voluto sottolineare che le condizioni del bivacco risultassero piuttosto degradate. Esternamente ma anche all’interno, dove da tempo viene denunciata dagli ospiti la presenza di rifiuti e l’infiltrazione di acqua. Quel tocco artistico per certi versi è sembrato migliorare l’aspetto della struttura. Addirittura non è mancato chi abbia pensato che l’opera fosse stata commissionata dal CAI Sulmona.
“Cogliamo questa occasione per portare all’attenzione di tutti le condizioni del bivacco Pelino che non sono proprio accoglienti come hanno giustamente fatto osservare molti escursionisti”, commentava in tale occasione la sezione, interpellata dalla redazione di Montagna.tv. “Come tutte le strutture di montagna ha bisogno di una regolare manutenzione che purtroppo la Sezione CAI di Sulmona non può sostenere, l’ultimo intervento è stato effettuato nel 2010, quasi totalmente a carico della Sezione le cui entrate sono solo le quote dei soci. Speriamo che questa vicenda abbia il lato positivo di sensibilizzare qualche amministrazione pubblica della necessità di tenere in efficienza questa struttura.”
A distanza di un anno si è riusciti a provvedere a un restyling, con ripristino del colore nella sua integrità. Non per merito di amministrazioni pubbliche ma di privati e del CAI Sulmona. Il 21 settembre scorso, dopo alcune settimane di chiusura per ultimare i lavori di manutenzione, il bivacco ha riaperto le porte agli escursionisti.
“Come da programma, le operazioni di intervento di manutenzione hanno riguardato la parte esterna del bivacco – si legge nel comunicato del CAI Sulmona – che, oltre a subire l’usura del tempo e degli eventi atmosferici, ha subito l’intervento di alcuni writer che hanno voluto lasciare la loro impronta nell’agosto 2022.”
Nuovi lavori di manutenzione dovrebbero essere svolti a fine primavera-inizio estate 2024. Finalizzati al rinnovo e alla sistemazione degli interni del bivacco, per rendere la permanenza nella struttura più confortevole e sicura. Come evidenzia il CAI, “con l’augurio e la speranza che il tutto venga preservato nelle migliori condizioni possibili per un corretto e civile utilizzo dello stesso da parte di tutti.”
Importante per la realizzazione dei lavori è stato l’impegno di volontari, come ha tenuto a evidenziare la sezione. “Il valore del volontariato e del Club Alpino Italiano ha toccato intensità che non possono essere sottaciute è quindi doveroso dire che 13 soci volontari appartenenti alla sezione CAI di Sulmona, al CNSAS e all’Associazione AIGAE, a turnazione, hanno raggiunto il bivacco a piedi restando in quota per tutto il periodo necessario e affiancati a valle da una squadra di supporto logistico di 6 soci volontari della Sezione CAI di Sulmona.”
La lunga storia del bivacco Pelino
Il bivacco Pelino è una struttura relativamente giovane, non la prima apparsa sulla vetta del Monte Amaro. Vi sorgeva infatti in precedenza un rifugio, il Vittorio Emanuele II, costruito a fine Ottocento dalla sezione romana del CAI. Come racconta la sezione CAI di Sulmona, il rifugio era fatto di pietrame a secco e copertura in legno e lamiere di ferro zincato. Si componeva di due locali, uno destinato a dormitorio e uno dotato di stufa a legna. Nel corso del tempo fu oggetto di danneggiamenti e furti, e progressivamente abbandonato. A distruggerlo ci pensarono le truppe tedesche in fase di ritirata nel 1944.
La vetta del Monte Amaro rimase priva di un riparo per gli escursionisti fino al 1964, quando la Sezione CAI di Sulmona decise di costruire il Pelino. Interessante è sapere che le prove di montaggio furono effettuate nel cortile municipale di Sulmona. Poi il 10 settembre 1965 il materiale fu portato in quota via elicottero. In 3 giorni il bivacco era pronto. L’inaugurazione si tenne il 10 luglio 1966.
Purtroppo una tempesta lo distrusse nella notte del 31 dicembre 1974. Il bivacco attualmente presente in vetta è frutto di un progetto presentato nel 1979, realizzato nel luglio 1981 con trasporto sulla vetta del Monte Amaro di 105 pannelli triangolari da assemblare per dare origine alla struttura geodetica, e inaugurato il 18 luglio 1982.