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Il cambiamento climatico non risparmia le montagne: i fenomeni più preoccupanti

La salute del Pianeta si vede anche in montagna, soprattutto, purtroppo, se questa comincia a vacillare. Siccità, ondate di calore, eventi estremi, le montagne sono considerate le sentinelle del cambiamento climatico, perché coincidono con i luoghi in cui gli effetti a breve, medio e lungo termine, sono più evidenti.

Capiamo insieme quali sono i fenomeni più preoccupanti che colpiscono la montagna.

Lo studio circa l’aumento delle piogge

L’ultima conferma circa le forti conseguenze montane arriva da una nuova ricerca condotta nel Lawrence Berkeley National Laboratory del Dipartimento dell’Energia, in cui gli scienziati hanno scoperto che a causa del cambiamento climatico le nevicate si stanno via via trasformando in precipitazioni di pioggia violente, soprattutto per quanto riguarda le montagne dell’emisfero settentrionale della Terra. Ma che piova così tanto in montagna – invece che nevicare – non è una buona notizia, perché questo cambiamento comporta una serie di pericoli, tra cui inondazioni, frane ed erosione del suolo.

Questi fenomeni, a loro volta, hanno un impatto sempre più evidente su chi ama avventurarsi su sentieri, ghiacciai e pareti di montagna.

Le pareti montane sempre più instabili

Lo studio presso il Berkeley Lab si è concentrato sulla seguente domanda: posto che il cambiamento climatico farà aumentare la frequenza e l’intensità di eventi meteorologici estremi, questi sotto quale forma si presenteranno in montagna? Tramite delle grandi nevicate o tramite forti precipitazioni di pioggia?

È così che hanno scoperto che il livello di acqua che cade sotto forma di neve sta via via diminuendo a vantaggio della pioggia, rendendo così quello delle montagne un terreno particolarmente rischioso.

In particolare, hanno calcolato che per ogni aumento di 1°C della temperatura globale – che è aumentata mediamente di 0,8° ogni decennio, dal 1900 ad oggi – ci si aspetta una media del 15% in più di pioggia ad alta quota. Le vie innevate che solo pochi anni fa solcavano versanti e creste oggi sono via via scomparse. Al loro posto ci sono pareti rocciose sempre più instabili.

Le conseguenze dei gas serra

Anche in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 preoccupa l’impatto dei cambiamenti climatici.
Secondo un altro studio, in questo caso proveniente dall’Università di Waterloo, se le emissioni di gas serra rimangono sulla traiettoria attuale, nel 2080, solo Sapporo tra le 21 precedenti località delle Olimpiadi invernali sarebbe in grado di ospitare in modo affidabile i Giochi in futuro.

Nelle Alpi, secondo lo stesso studio, anche se le emissioni di gas serra fossero drasticamente ridotte, solo Albertville – in Francia, a 2.100 m sul livello del mare – rimarrebbe un ospite affidabile per i Giochi entro la metà del secolo.

Lo scioglimento dei ghiacciai

Come sappiamo fin troppo bene ormai, uno dei segni più evidenti del cambiamento climatico nelle montagne è lo scioglimento dei ghiacciai. Queste imponenti masse di ghiaccio stanno diminuendo a un ritmo allarmante, e il risultato è un aumento del livello dei mari e il rischio di inondazioni in molte aree costiere.

Inoltre, il deflusso di ghiaccio ha un impatto significativo sui corsi d’acqua, minacciando la stabilità degli ecosistemi montani e delle comunità che dipendono da tali risorse idriche.

L’aumento delle temperature

Un altro aspetto interessante, ma preoccupante, è che le montagne stanno vivendo un aumento delle temperature più rapido rispetto alla media globale.

Questo fenomeno mette a rischio la stabilità degli ecosistemi alpini e dell’habitat delle specie endemiche: come quelle delle piante e degli animali che, adattati a vivere in queste regioni e ad un determinato clima, possono trovarsi costretti a cercare luoghi più freschi in altitudine o essere spinti verso l’estinzione.

Inoltre, l’aumento delle temperature può portare a un maggiore rischio di incendi boschivi, compromettendo ancora una volta sia la biodiversità che la qualità dell’aria.

Un fiume attraversa delle montagne ad alta quota con un cielo nuvoloso
Immagine Pexels |
@AlessandroBonfiglio – Gentechevainmontagna.it

L’instabilità geologica

L’aumento delle temperature può addirittura causare lo scioglimento del permafrost, un terreno permanentemente ghiacciato presente in alcune zone di montagna. Questo processo di disgelo può indebolire la stabilità delle pendici, fino a causare pericolose frane e valanghe.

Inutile dire che eventi naturali del genere possono portare a conseguenze catastrofiche per persone e le infrastrutture che si trovano in certi punti al “momento sbagliato”, oltre a compromettere gli ecosistemi montani.

La riduzione delle risorse idriche

Infine, le montagne sono spesso considerate preziosissime “torri d’acqua”, poiché rappresentano una delle principali fonti di acqua dolce per le pianure e le valli circostanti.

A causa del cambiamento climatico, tuttavia, la disponibilità di risorse idriche è minacciata: lo scioglimento dei ghiacciai e la riduzione della copertura nevosa riducono il flusso dei corsi d’acqua, con gravi conseguenze per l’agricoltura, l’industria e l’approvvigionamento idrico per la popolazione.

Conclusioni: si può e si deve fare di più

In conclusione, come recita la nota presidenziale del Gruppo Arraiolos, firmata ieri anche dal presidente italiano Sergio Mattarella: “Come previsto, la crisi climatica è arrivata e ha raggiunto dimensioni esplosive”, a partire dalla salute compromessa delle montagne, si potrebbe aggiungere, che sono le colonne portanti di molti ecosistemi naturali.

È importante agire “subito, e insieme” in uno sforzo congiunto internazionale, per prevenire le conseguenze ancora più estreme e pericolose della crisi ambientale e salvaguardare il nostro meraviglioso Pianeta.

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