Conoscere i risultati di questi nuovi studi è essenziale per fare scelte alimentari più consapevoli e sicure.
I succhi di frutta sono spesso considerati un’alternativa salutare alla frutta fresca, particolarmente apprezzati da genitori che cercano un modo semplice per far consumare frutta ai propri figli. In realtà, pochi consumatori sono consapevoli dei potenziali rischi legati a questi prodotti, che possono nascondere insidie ben oltre il contenuto di zuccheri aggiunti.
I rischi connessi a un uso eccessivo di succhi di frutta sono recentemente tornati al centro del dibattito pubblico italiano a causa di un nuovo studio pubblicato dalla rivista “Salvagente”, ripreso anche dal portale GreenMe.it, esperto in materia di benessere e nutrizione. Le analisi hanno portato alla luce dati preoccupanti riguardo alla presenza di contaminanti nei succhi di frutta venduti nei supermercati, una scoperta che mette in discussione la sicurezza di prodotti che molti ritengono sani e innocui.
Uno studio che getta nuova luce sui pericoli dei succhi di frutta
I test condotti da “Salvagente” hanno analizzato 20 diversi marchi e tipi succhi di frutta, esaminando sia il loro contenuto nutrizionale, sia la presenza di pesticidi e micotossine (composti tossici prodotti da alcuni tipi di muffe). I risultati hanno mostrato che, sebbene le concentrazioni di questi contaminanti siano generalmente basse, molti succhi contengono tracce di diverse sostanze contemporaneamente, un fenomeno noto come “effetto cocktail”.
Gli esperti hanno esaminato marche differenti, con gusti, percentuali di frutta (dal 20% al 100%) e prezzi variabili. La presenza di ingredienti indesiderati come lo sciroppo di glucosio-fruttosio è stata uno dei fattori considerati nella valutazione, insieme ai livelli di contaminanti.
I pesticidi trovati nei succhi di frutta includono l’acetamiprid (un insetticida pericoloso per le api) il pyrimethanil (un fungicida sospettato di avere effetti antiandrogenici e di inibire gli ormoni tiroidei) e il ethirimol (un fungicida non più autorizzato in Italia, rilevato in quantità infinitesimali in un solo campione). Nonostante le basse concentrazioni, il problema risiede nella combinazione di più residui, che potrebbe avere effetti dannosi sulla salute, come suggerito da uno studio dell’Università di Sherbrooke in Canada.
Attualmente, infatti, non esistono studi sufficienti che possano rassicurare i consumatori sugli effetti combinati di tali residui, anche se presenti in dosi minime. Inoltre, per i succhi di frutta che sono mix di più frutti, la normativa non prevede soglie specifiche per i singoli pesticidi, complicando ulteriormente la valutazione della loro sicurezza.
Un altro problema critico evidenziato dal test, già ampiamente noto, è l’aggiunta di zucchero, edulcoranti, dolcificanti, aromi e coloranti nei succhi di frutta, elementi che hanno influito negativamente sulla valutazione finale dei prodotti. In particolare, lo sciroppo di glucosio-fruttosio, presente in alcuni succhi, può interferire con le funzionalità epatiche.