Grande novità per tutti i caregiver. Finalmente la legge 104 riconosce qualcosa anche a loro: ecco a cosa hanno diritto da oggi.
Con l’aumento dell’aspettativa di vita, in generale sia uomini che donne vivono molto di più rispetto a qualche decina di anni fa e questo causa molto spesso la necessità di affiancare, ad anziani e anziane, una figura professionale che li assista giorno e notte, soprattutto quando malati o non autosufficienti. Queste persone si chiamano caregiver e, proprio in questi giorni, sono finiti al centro di una sentenza che finalmente gli riconosce qualche diritto in più.
I caregiver non sono altro che persone che si prendono la responsabilità di un’altra persona, spesso disabile o anziana, sia in ambito personale che domestico. Possono essere di due tipi: ci sono quelli familiari, quindi che prestano cura a un genitore o comunque un parente e ci sono quelli professionali, che quindi lo fanno per lavoro e per persone esterne alla propria famiglia. La figura del caregiver è riconosciuta dalla legge e, proprio in questi giorni, è stato riconosciuto loro un diritto importante.
Novità per i caregiver: cosa ha deciso la Corte di Giustizia Europea
Di recente, una lavoratrice ha richiesto al proprio datore di lavoro un turno fisso e sempre uguale, così che potesse essere una caregiver familiare nei confronti del figlio affetto da grave disabilità: in questo modo, avrebbe potuto sia continuare a lavorare che assistere la persona bisognosa. Il fatto è finito fino alla Corte di Cassazione, la quale ha rinviato la decisione finale alla Corte di Giustizia Europea.
In particolare, ciò su cui la Corte di Cassazione si è interrogata è relativo alla discriminazione: questa non solo non dev’essere applicata al lavoratore disabile, ma anche al caregiver che si occupa di un parente disabile, così che possa continuare a lavorare e, contestualmente, occuparsi della persona bisognosa. Il caregiver, quindi, non dev’essere ostacolato nelle sue funzioni assistenziali, così che la vita del disabile stesso sia tutelata al cento per cento.
Di fatto, quindi, con la sentenza della Corte Europea ci si pronuncerà sul fatto che la discriminazione sul luogo di lavoro non dev’essere applicata sia al disabile che ai suoi famigliari, così che chi abbia un ruolo da caregiver possa godere dei diritti che gli consentono di proseguire nelle proprie attività assistenziali.