Un caso avvenuto negli Stati Uniti ha riportato alla ribalta una malattia che, seppur rara, può svilupparsi nell’uomo e che, con termini forse poco scientifici ma cristallini, mangia la carne della persona colpita.
Pensare a un qualche tipo di virus o batterio che, nel momento in cui attecchisce e trova un ospite, consuma i tessuti molli fino a portare alla morte sembra una buona idea per qualche film di fantascienza o un thriller a base di zombie. Ma si tratta di una ispirazione che, come tutto ciò che si trova al cinema o in TV, ha un fondo di verità .
E la verità è che esiste in natura la possibilità che un batterio appartenente a una famiglia di organismi tra i più diffusi sul pianeta possa attaccare il corpo del suo ospite umano in modo tanto aggressivo da consumarne i muscoli e i tessuti molli rapidamente. La prognosi, in caso di infezione è spesso infausta, soprattutto perché i sintomi della malattia mangia carne non sono da subito riconducibili a una infezione tanto pericolosa.
Come successo all’uomo che di recente, negli Stati Uniti, si è trovato colpito da questo batterio, è necessario asportare tutto il tessuto infetto il che può portare alla rimozione di molto tessuto muscolare, con le conseguenze sul paziente che sono facili da immaginare.
La malattia mangia carne provocata da un batterio
La cronaca internazionale si è popolata, negli ultimi giorni, della storia di un uomo di circa cinquant’anni che qualche giorno fa ha rischiato di morire per aver contratto la malattia del batterio mangia carne ovvero la fascite necrotizzante. Si tratta di una malattia provocata da un batterio appartenente alla famiglia degli streptococchi.
Come descritto dal sito dedicato al Centro Iperbarico di Ravenna, che si è occupata in passato di casi di fascite necrotizzante è innanzitutto errato chiamare questo batterio è la malattia che provoca: mangia carne, appunto. I batteri si limitano a produrre una proteina che porta la “morte nei tessuti“. Il trattamento con ossigeno è tra l’altro utile dato che si tratta di batteri anaerobi.
L’infezione dei tessuti può avvenire per ferite provocate in vario modo. Nel caso dell’uomo americano diventato suo malgrado caso mediatico è stato un morso ricevuto da un familiare al culmine di una lite ma basta a volte anche un graffio o una puntura di insetto per portare alla esposizione al batterio degli strati profondi dell’epidermide. I sintomi sono localizzati con sensazione di calore al tatto, dolore e tessuti gonfi. Quando la malattia progredisce il dolore diminuisce ma questo è solo un segnale che la fascite ha già intaccato le terminazioni nervose purtroppo.