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Naspi, ecco quando ti può essere tolta: la novità che cambia le carte in tavola, tutti i casi in cui decade in automatico

C’è una grossa novità riguardante la Naspi che cambia le carte in tavola. In questi casi, vi può essere tolta rapidamente.

La Naspi continua ad essere uno dei contributi economici maggiormente apprezzati. Si tratta in sostanza di un importante sussidio che viene erogato a tutti coloro che hanno perso il posto di lavoro, per un periodo limitato. E che ovviamente ha dei requisiti minimi da dover rispettare per poter godere del sussidio, in attesa di trovare una nuova sistemazione lavorativa.

Naspi, in questi casi può venire revocata
Ecco in quali casi la Naspi può venire revocata – (Gentechevainmontagna.it)

Ci sono diversi casi in cui questa però può anche venire tolta dall’INPS. Ecco perché fareste bene ad informarvi sin da subito, soprattutto considerando l’ultima novità appena annunciata e che cambia completamente le carte in tavola. C’è stata infatti una sentenza della Corte di Cassazione che stravolge tutto e dovrebbe interessare anche voi. Se state percependo la Naspi, state attenti a questo aspetto o potreste perdere il diritto a ricevere il bonus.

La Naspi può essere tolta in questi casi: l’ha deciso la Cassazione

Un recente caso, preso in mano dalla Corte di Cassazione riguardante la Naspi e che ha fatto parecchio parlare. Secondo quanto emerso, c’è una novità circa la revoca del sussidio economico che dovrebbe interessarvi. Se non rispettate questo particolare punto, il rischio è infatti di perdere tutto e di non avere più diritto a ricevere questa forma di sostentamento economico, in attesa di trovare una nuova occupazione lavorativa.

Erogazione Naspi, in questi casi può venire revocata
Cosa ha deciso la Cassazione sull’erogazione della Naspi – (Gentechevainmontagna.it)

Il caso riguarda nello specifico una persona che non ha comunicato di avere un’attività di lavoro autonomo entro i trenta giorni successivi al ricevimento della prestazione della Naspi. L’INPS ha impugnato la vicenda rivolgendosi alla Corte di Cassazione, che alla fine ha dato ragione all’Istituto. Ecco dunque che, come potete immaginare, per accedere alla Naspi un requisito fondamentale rimane lo stato di disoccupazione, che deve essere mantenuto per tutto il periodo di percezione dell’aiuto economico.

Senza alcun impiego né subordinato né autonomo, a cui bisogna aggiungere la dichiarazione immediata di disponibilità al lavoro e l’accettazione di un patto di servizio. Se il beneficiario ha un redito annuo superiore a quello minimo di 8174 euro e se la durata del nuovo lavoro è superiore a sei mesi, ecco che decade il diritto alla Naspi. Dunque dovete stare molto attenti a comunicare sempre se avete un lavoro anche autonomo, perché potreste rischiare di perdere per sempre il diritto a ricevere la Naspi ogni mese.

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