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Non la fanno entrare nel bivacco perché ha il suo cane: l’appello dell’ENPA

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Giulia Belotti

Un escursionista si è trovato fuori da un bivacco proprio a causa della presenza del suo cane. ENPA lancia l’allarme

Siamo sulla Vigolana, una montagna a sud di Trento: due escursioniste cercano riparo nel bivacco posizionato a quota 2030 metri ma l’accesso gli viene negato, poiché è in compagnia del suo cane. Alcuni alpinisti consigliano loro di andare via, anche in virtù dei cartelli del CAI affissi ovunque che dichiarano il divieto agli animali in tutti i bivacchi. Le due donne, quindi, si rivolgono al rifugio Casarotta, il quale le accoglie con il loro cane: la vicenda, però, ha aperto le polemiche.

Oggi come oggi, il Centro Alpino Italiano è dell’idea che i cani non possano entrare nei rifugi di montagna e nei bivacchi. Sebbene questa decisione abbia una motivazione soprattutto igienica e organizzativa, spesso impedisce anche agli escursionisti di trovare riparo poiché, in situazioni come quella di una bufera di ghiaccio o di neve oppure di caldo estremo, nessuno entrerebbe in rifugio lasciando il proprio cane fuori. Ecco quindi qual è il parere dell’ENPA a riguardo: la questione è calda.

Cani in montagna, polemiche sul divieto di entrare nei bivacchi

Secondo Ivana Sandri dell’ENPA di Rovereto, i bivacchi sono strutture che già così come sono vengono pulite raramente, proprio per la loro posizione. Di conseguenza, aprire le porte anche ai cani non significherebbe questa perdita di igiene: oggi come oggi, i padroni sono molto attenti in merito e anche i cani sono abituati a frequentare ambienti chiusi.  La Sandri parla di un “retaggio di una visione obsoleta di questi animali”, quando critica il divieto di accesso dei cani ai bivacchi.

Non fanno entrare il cane nel bivacco: cosa dice ENPA -(gentechevainmontagna.it)

Anche a livello ufficiale, ENPA ha chiesto che i bivacchi finalmente accettino i cani, oggi considerati da tutti parte della famiglia: nessuno deve essere nella condizione di scegliere di dover trascorrere la notte all’aperto, alle intemperie del freddo e dei rischi della montagna, pur di stare con il proprio amico a quattro zampe.

L’Ente Nazionale Protezione Animali è quindi fermo sulla proposta, anche perché vietare l’accesso ai cani mette in pericolo anche i loro padroni, costretti a rimanere fuori o a camminare sotto le intemperie per trovare una struttura che li accolga. Bisogna tra l’altro aggiungere come i nostri animali domestici vengano spesso puliti e curati, anche dopo una semplice passeggiata. Pertanto la questione igiene potrebbe essere ampiamente ridiscussa e ampliata.

Al momento, il CAI non ha risposto alla proposta di ENPA, ma sicuramente la starà vagliando in tutte le sue specifiche: vi terremo aggiornati.

Giulia Belotti

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