I cambi climatici danneggiano anche gli ulivi secolari di questa bellissima zona d’Italia: la frana ha distrutto tutto, numeri sconfortanti
Il cambiamento climatico è ormai sotto agli occhi di tutti e, se fino a qualche anno fa lo conoscevamo solo a livello teorico e probabilistico, oggi è invece reale e concreto. Ciò che è successo in Emilia Romagna in seguito alle ingenti piogge del mese di maggio ha sconvolto tutti ma, purtroppo, non è il primo né sarà l’ultimo episodio atmosferico violento legato al surriscaldamento globale e all’inquinamento ambientale. Di recente, un altro danno ha sconvolto l’Italia intera: ulivi distrutti.
Siamo purtroppo ancora in Emilia Romagna, regione già in ginocchio a causa dell’alluvione che ha costretto migliaia di persone ad abbandonare le proprie case e a perdere tutto ciò che possedevano. Proprio qui, dove gruppi di volontari da tutt’Italia continuano a scavare nel fango per cercare di riportare il prima possibile tutti alla realtà, le frane causate dall’alluvione stanno mettendo a rischio uno degli oli extravergine d’oliva Dop più rinomati. Ecco cosa sta succedendo.
A lanciare l’allarme in merito alla frana che ha colpito gli ulivi della cooperativa Terra di Brisighella è Sergio Spada, il presidente. Questa cooperativa produce il 95% dell’olio extravergine d’oliva Brisighella Dop, il primo che in Italia ha ottenuto il riconoscimento DOP, nel lontano 1996. Prodotto d’eccellenza, viene creato con le olive che crescono sulle tre vallate di Lamone, Senio e Marzeno, in Emilia Romagna.
“In seguito all’alluvione, le zone collinari in cui si produce l’olio sono state interessate da numerose frane” ha spiegato Spada. A sorreggere l’intero territorio sono state le radici degli ulivi secolari, le quali hanno impedito che il disastro assumesse dimensioni maggiori. Nonostante ciò, però, alcuni ulivi sono franati a valle proprio a causa dell’acqua e della sua furia: al momento non è possibile quantificare con precisione il numero di ulivi che è andato perduto.
Stando alle prime stime effettuate dai periti, almeno il 15% degli ulivi presenti nella zona sono stati divelti: si tratta però di stime parziali e momentanee, che dovranno essere aggiornate. Al momento l’azienda riesce a continuare a garantire la fornitura ai clienti, grazie a una produzione abbondante nel 2022. Non si sa, però, cosa sarà del futuro e quanti ulivi saranno accessibili per la molitura: la notizia è decisamente tragica.
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