Scoppia un nuovo scandalo sulla carne del supermercato: un recente studio sta preoccupando tutti a causa dei risultati sconcertanti.
Questo non è certo il primo scandalo sulla carne che scoppia in Italia: qualche tempo fa un gruppo di associazioni nazionali ed internazionali aveva esaminato la carne venduta nei supermercati, in particolare quella di pollo, facendo saltare all’occhio dei consumatori il fenomeno del ‘white striping’.
Stiamo parlando di quelle striature bianche che troppo spesso troviamo nei petti di pollo del supermercato e che sono indice di una crescita innaturale e non sana dell’animale. Questo fenomeno colpisce il 90% dei petti di pollo che finiscono sui nostri piatti.
L’inchiesta passata aveva iniziato le sue ricerche dal Lidl, la famosissima catena di discount presente in tutto il mondo; a distanza dalla prima inchiesta un laboratorio indipendente ha voluto continuare con le indagini e gli esami sulla carne venduta al supermercato e le scoperte sono sconcertanti.
Allo studio hanno partecipato Germania, Italia, Spagna, Gran Bretagna e Polonia: da ogni paese sono stati prelevati in tutto 142 campioni di carne di pollo provenienti da 22 punti vendita Lidl sparsi sui territori nazionali. Tra i campioni si trovavano diversi tagli di carni: ali, cosce, sovracosce, fusi e petto.
Scoppia lo scandalo sul pollo: lo studio afferma che quello che mangiamo è contaminato
Lo studio è stato condotto a gennaio su carne fresca appena acquistata, conservata meticolosamente in contenitori refrigerati per tutta la durata degli esami, rivelando delle informazioni non poco preoccupanti per i consumatori. Una grandissima percentuale dei prodotti testati era contaminata da agenti patogeni e batteri resistenti ai comuni antibiotici; va inoltre sottolineato che la maggior parte dei campioni proveniva da una singola, grande azienda italiana che proprio a inizio di questo giugno ha fatto ritirare dal mercato molti lotti di petto e fusi di pollo per possibile contaminazione microbiologica.
I risultati sono davvero sconcertanti: il 54% dei campioni italiani era contaminato da listeria, un batterio pericolosissimo che può avere anche conseguenze fatali per l’uomo. Nonostante la listeria venga uccisa in cottura, questa può sopravvivere sulle superfici della cucina, trasformandosi in un grande rischio. Inoltre ben il 46% del pollo italiano è contaminato dalla salmonella, anch’essa potenzialmente fatale. Secondo il Ministero della Salute, l’87% delle salmonelle trovate nel pollo è multiresistente agli antibiotici.
Tutto ciò rappresenta un grave rischio per la salute pubblica, in quanto i farmaci attualmente a nostra disposizione non sono sufficienti a sconfiggere i batteri incriminati. Nel 2019 1,2 milioni di persone sono morte a causa di infezioni da salmonella e si stima che entro 30 anni il numero aumenterà a 10 milioni di morti l’anno. Il problema sta a monte, nelle filiere di produzione: delle condizioni di vita migliori per gli animali in allevamento potrebbero diminuire la necessità di trattamenti antibiotici.