Cattive notizie per la pensione di reversibilità: gli italiani dovranno affrontare una situazione difficile. Cosa sta succedendo?
Fra i sostegni economici più richiesti che ci sia non può mancare la pensione di reversibilità. Si tratta di una agevolazione fiscale che viene fornita direttamente dall’INPS. Il vincolo previsto è quello al reddito IRPEF, destinato ai beneficiari di un pensionato o un lavoratore defunto. Può essere il coniuge per esempio oppure uno stretto conoscente delegato. Soddisfacendo questo requisito è possibile ricevere il bonus senza problemi.
Il funzionamento dell’agevolazione fiscale è piuttosto semplice. Se il defunto ha pagato i contributi previdenziali regolarmente, e non è stata riscontrata nessuna anomalia, i beneficiari riceveranno l’assegno di reversibilità. Sarà erogato a partire dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda. Quindi si dovrà aspettare fino ad un massimo di 1 mese in pratica ed è un tempo più che giusto in questo caso.
Pensione di reversibilità, il sistema pensionistico è nei guai: lo conferma l’OSCE
Ma le pensioni di reversibilità forse potrebbero cambiare. Il sistema pensionistico, infatti, è soggetto a numerose modifiche da diverso tempo ormai e sembra che non ci siano buone notizie. Lo possiamo vedere dal nuovo rapporto sull’economia italiana stilato dall’OSCE (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa): ciò che è stato portato alla luce non è nulla di buono.
L’OSCE ha confermato che l’Italia desta in una situazione critica. Il debito pubblico italiano non si è abbassato e potrebbe aumentare da un momento all’altro. Per questo motivo ha suggerito in che modo muoversi per risollevarsi dalla situazione ed è qui che ci ricolleghiamo al sistema pensionistico italiano, in particolar modo ai beneficiari della pensione di reversibilità. L’OSCE, infatti, è convinta che vada diminuito il numero di coloro che la ricevono e che, con il tempo, la pensione anticipata debba essere eliminata. L’ammontare complessivo delle pensioni di reversibilità pagate era altissima: 2,5% del PIl nel 2019.
Effettuare un taglio su queste agevolazioni fiscali è uno dei modi più efficienti per diminuire il debito pubblico italiano. Ma non è una attività che può essere svolta rapidamente, infatti dovrà essere istituito un limite d’età per i beneficiari. In particolar modo a partire dai 67 anni, proprio come la classica pensione di anzianità. In questo modo sarà più difficile che una persona la riceva e basta. Per il momento il Governo Meloni non sembra essere intenzionata ad ascoltare i consigli dell’OSCE.