Brutte notizie per i pensionati italiani: i pagamenti di maggio dell’assegno pensionistico slittano: i dettagli.
Sono circa 18 milioni i pensionati nel nostro Paese che ogni mese si recano presso gli uffici postali o si fanno accreditare la pensione direttamente su conto corrente bancario o postale. L’accredito avviene in automatico il primo giorno del mese bancabile mentre il ritiro alla Posta è regolato da un vero e proprio calendario.
Il mese di aprile ha visto un ritardo di qualche giorno sul pagamento delle pensioni per le festività pasquali. La stessa cosa avverrà anche per il mese di maggio e il cedolino, salvo qualche eccezione, sarà la fotocopia di quello di aprile, salvo casi eccezionali. Vediamo quando saranno pagate le pensioni di maggio.
Il ritardo dei pagamenti della pensione di maggio non è una scelta dell’INPS ma una decisione obbligata dal momento che mercoledì 1° maggio è un giorno festivo. Questo significa che, il giorno della Festa del Lavoro, è un giorno non bancabile né per le Poste e né per le banche. Il primo accredito sarà dunque quello del 2 maggio.
Nonostante manchi ancora del tempo, è possibile anticipare cosa contiene il cedolino di maggio. Per il prossimo mese non è previsto nessun aumento, le solite e spese e, purtroppo, tantissime trattenute. Il cedolino della pensione di maggio sarà, salvo casi eccezionali, una “fotocopia” di quello di aprile.
Salvo che per le prestazioni di invalidità civile, le pensioni o gli assegni sociali, le prestazioni non assoggettate alla tassazione per particolari motivazioni (detassazione per residenza estera, vittime del terrorismo) che non subiscono trattenute fiscali, per tutte le altre ci sono le imposte da calcolare.
Per quanto riguarda le trattenute fiscali, per coloro a cui è risultato che le trattenute effettuate dall’Inps nel corso del 2023 sono state inferiori a quelle dovute, l’Istituto ha recuperato il debito dalle rate di pensione di gennaio e febbraio, anche fino a capienza dell’importo del rateo. Tuttavia, laddove fossero risultati insufficienti, le trattenute proseguono anche nelle mensilità successive, fino all’estinzione del debito. Potrebbero quindi proseguire anche a maggio, per quanto comunque si tratti di casi limitati.
Prosegue sicuramente, invece, la trattenuta per quei pensionati titolari di un trattamento fino a 18 mila euro per i quali dal suddetto conguaglio è risultato un debito superiore a 100 euro. Per loro, infatti, il recupero dell’importo viene comunque rateizzato fino a novembre 2024. Ricordiamo poi la ritenuta Irpef in acconto per il 2024, calcolata sulla base delle nuove aliquote introdotte dalla legge di Bilancio con un risparmio fino a 21 euro al mese per i redditi superiori a 15 mila euro.
E ancora, le addizionali regionali a saldo per il 2023, come pure quelle comunali. E per quest’ultime vanno considerate anche le addizionali in acconto, pari al 30% di quelle complessivamente dovute.
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