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“Pietre viventi” che si muovono e riproducono, cosa si nasconde dietro al mistero?

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Alessandro Bolzani

Come disse Benjamin Franklin, nella vita esistono solo due certezze: la morte e le tasse. A questo breve elenco si può aggiungere la convinzione che le rocce non siano in grado né di muoversi né di riprodursi. Esistono però delle pietre in grado di mettere in dubbio questo dato di fatto. Si trovano in alcune zone della Romania, dove sono note nella lingua locale come “trovant”. Queste rocce non hanno solo una forma insolita, tanto che in passato si era ipotizzato potessero essere uova di dinosauro o materiale proveniente dallo spazio, ma esibiscono anche dei comportamenti insoliti. Infatti, sembrano capaci di spostarsi, crescere e persino generare della prole. Ma com’è possibile?

Le proprietà delle trovants

Le trovant sono presenti in una decina di località della Romania, ma si concentrano perlopiù nella riserva naturale Muzeul Trovantilor, situata a Costești, un paese di piccole dimensioni, e amministrata dall’Associazione Kogayon, un’organizzazione non governativa per la protezione ambientale riconosciuta come patrimonio Unesco. Queste pietre possono avere delle forme diverse: ce ne sono di circolari, ma non mancano neppure quelle ellissoidali o bitorzolute. A prescindere dall’aspetto, ogni trovant può generare un certo numero di piccole pietre “figlie” che possono restare attaccate alla sua superficie, aumentando le dimensioni complessive, o staccarsi.

Il mistero delle pietre “viventi”: una questione di chimica

Per risolvere questo mistero bisogna innanzitutto concentrarsi sul nome che gli abitanti della Romania hanno dato alle rocce. Il significato di trovant è “sabbia cementata” e deriva dalla composizione delle pietre stesse, basata su sabbia, carbonato e acque calcaree.

Photo by Nicubunu licensed under CC BY-SA 3.0 DEED (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en)

Questo mix rende le rocce in grado di avere un comportamento simile a quello del cemento e quando gli elementi in questione entrano in contatto con l’acqua piovana si generano delle reazioni chimiche. Quest’ultime rendono possibile un aumento di pressione all’interno della massa roccia, che porta all’emersione di escrescenze e protuberanze sulla superficie delle trovant. Il loro eventuale distaccamento dipende dalla forza di gravità e può dare il via a un nuovo processo “riproduttivo”.

Fenomeni che durano da millenni

Il fenomeno in questione, che può sembrare quasi paranormale agli occhi di chi ignora i meccanismi che lo governano, avviene con grande lentezza. I trovant, infatti, crescono di circa 4/5 centimetri ogni 1200 anni, quindi non sarà mai possibile vederli “muoversi” o “fare figli” in tempo reale. Nel corso del tempo alcune rocce un tempo più piccole di un centimetro hanno raggiunto un diametro di 6-10 metri. Le stime indicano che sono stati necessari sei milioni di anni per raggiungere un simile risultato. Le pietre, infatti, risalirebbero al Miocene Medio e la loro formazione, iniziata tramite dei sedimenti sabbiosi, sarebbe avvenuta tramite un’intensa e prolungata attività sismica che le ha “modellate”.

Gli spostamenti delle pietre

Le reazioni chimiche che avvengono all’interno delle trovant causa la formazione di cerchi concentrici rilevabili in sezione, simili a quelli presenti nei tronchi degli alberi. Per quanto riguarda la loro capacità di muoversi, la comunità scientifica non ha ancora trovato una spiegazione univoca. Le ipotesi più accreditate riguardano i cicli di riscaldamento e raffreddamento del terreno o l’espansione asimmetrica delle pietre stesse, che determinerebbe un cambio dell’inclinazione e, di conseguenza, uno spostamento nel corso del tempo.

Alessandro Bolzani

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