Tutto ciò che devi sapere sulle specie che incontrerai durante le tue escursioni invernali, la varietà di fauna e flora selvatica che puoi trovare durante l’inverno in montagna
In inverno, le montagne possono sembrare grigie e desolate, ma in realtà sono ancora piene di vita. Molti animali, infatti, si adattano perfettamente alle condizioni rigide e alle nevicate che caratterizzano questa stagione. L’incontro con la fauna selvatica invernale può essere un’esperienza unica e coinvolgente, ma è importante conoscerne gli abitudini e rispettarne la presenza nell’ambiente naturale. In questo articolo, esploreremo quali animali si possono incontrare in montagna in inverno e come riconoscerli.
Gli animali lungo i percorsi ad alta frequenza di escursionismo o sci alpinismo sono ormai abituati alla presenza umana e la tollerano. Idealmente, hanno un nascondiglio sicuro da cui possono osservare le attività circostanti. Tuttavia, gestire i disturbi repentini e imprevisti, come l’apparizione inattesa di sciatori o alpinisti, può risultare complicato per loro. Queste interferenze possono causare stress negli animali, forzandoli a volte a lasciare i loro rifugi e luoghi in cui procacciano il cibo e a ritirarsi dal territorio. La fauna selvatica reagisce particolarmente male ad intrusioni al di fuori dei percorsi tracciati, disturbi dall’alto (es. sciatori, parapendii), gruppi rumorosi e cani.
Ecco quindi come dobbiamo comportarci quando siamo in un territorio ricco di fauna locale.
Il rispetto per la fauna selvatica è fondamentale
Il nostro comportamento nell’ambiente naturale ha sempre un impatto, ma con un po’ di cura, possiamo evitare di disturbare troppo la fauna selvatica. Inizia quindi con il pianificare con attenzione il tuo percorso. Se segui questi consigli semplici, così facendo possiamo proteggere questi animali senza allontanarli del loro territorio:
La caduta della neve può diventare un problema per coloro che non sono pronti ad affrontarlo. Nasconde la vegetazione e potenziali fonti di nutrimento sotto di sé, limita la mobilità, comporta un isolamento termico sostanziale e può innescare pericolose valanghe nelle regioni montuose elevate.
Solo poche specie sono riuscite ad adattarsi a tali condizioni estreme attraverso l’evoluzione, molte altre optano per la migrazione o l’ibernazione, e ciò evidenzia una riduzione della biodiversità invernale con l’aumentare delle altitudini.
Non troveremo rettili, insetti, anfibi e animali a sangue freddo; alcuni mammiferi come pipistrelli, orsi, roditori e ghiri scelgono di entrare in letargo per conservare l’energia metabolica necessaria per mantenere al caldo il proprio corpo, mentre molti uccelli migreranno a distanze intercontinentali per godere delle regioni sottosahariane calde.
Tuttavia, nelle nostre latitudini, se abbiamo fortuna e conosciamo i trucchi per scovarli, potremmo osservare mammiferi come lupi, volpi, cinghiali e cervi, insieme a vari uccelli stanziali come diversi rapaci tra cui gli allocchi, i barbagianni, i grifoni, e anche piccoli uccelli come i pettirossi.
In Italia, l’inverno non è generalmente austero tranne in alcuni luoghi come ad esempio il Gran Sasso e le Dolomiti. Gli animali che abitano nelle regioni con lunga copertura di neve sono per lo più generalisti e omeotermi, ovvero a sangue caldo. Hanno la capacità di procurarsi abbastanza cibo per soddisfare le loro grandi richieste energetiche necessarie per il loro metabolismo. Inoltre, devono avere gli strati corporei isolanti giusti, come una folta pelliccia o uno strato di grasso spesso.
Nonostante alcuni miti infondati sul loro schema di movimento siano stati smentiti dagli specialisti, i lupi sono noti per la loro socialità che li porta a sopravvivere anche in condizioni climatiche non proprio favorevoli. I lupi sono in grado di cacciare animali di grande taglia come alci, renne e cinghiali grazie al lavoro di squadra e alla loro presenza largamente diffusa durante l’anno. Adottano inoltre un comportamento strategico che consiste nel camminare in fila per lunghe distanze, una tecnica che permette loro di risparmiare energia. Questo si verifica perché le tracce di un lupo si sovrappongono a quelle del precedente, riducendo lo sforzo di camminare nella neve alta. Per resistere al ghiaccio, la circolazione sanguigna nelle loro zampe è assai efficiente, permettendo ai cuscinetti coperti di pelo di rimanere poco sopra il punto di congelamento. Durante le nottate più fredde, i lupi tendono a riposare vicini, scambiando calore per mantenere la temperatura.
I cinghiali sono noti per il loro spesso manto di pelo che, nei maschi, è potenziato da una criniera strutturata che copre l’intero dorso. Questi animali dipendono fortemente dal loro affinato senso dell’olfatto per trovare cibo, come radici, tuberi e bulbi, scavando nella neve. Nonostante ciò, la presenza abbondante di neve può costituire un impedimento ai loro movimenti, incrementando il rischio di diventare vittime di predatori.
Il barbagianni, una specie di uccello rapace notturno che non migra. Costui tende a variare un po’ la scelta della sua preda durante l’inverno, a causa della difficoltà incontrata nella ricerca di piccoli roditori sul terreno ghiacciato, che normalmente costituiscono la sua principale fonte di cibo. Durante l’inverno, è probabile che prediliga cacciare piccoli uccelli piuttosto che roditori.
Non dobbiamo dimenticare il pettirosso, un uccello residente che si può facilmente osservare durante l’inverno, almeno nelle nostre latitudini. Si trova in tutta Europa, fino alle coste meridionali della Scandinavia. La dieta dei pettirossi è costituita principalmente da invertebrati terrestri come ragni, vermi e insetti, con frutta e bacche. Sia gli esemplari maschi che femmine, i quali tendono a stabilirsi in territori differenti, si esibiscono con il proprio canto che è possibile sentire anche durante i mesi invernali anche se, rispetto alla stagione estiva, il suono appare più malinconico.
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