L’utilizzo del tonno in scatola va cadenzato ogni settimana, non si può mangiare con frequenza perché di fatto non è un prodotto fresco.
Sul tonno in scatola si torna periodicamente perché è un alimento di largo consumo, che piace proprio a tutti ma che ha dei contro, di cui è giusto tenere traccia, soprattutto se questo viene utilizzato per i bambini. Bisogna fare molta attenzione sia alle quantità che alla qualità.
Non basta, purtroppo, identificare il Paese di provenienza del tonno o comprendere il tipo di lavorazione per essere certi che questo sia adeguato all’uso. Va considerato comunque che è un prodotto processato e lavorato, che si acquista in scatola con scadenza a lungo termine e non è paragonabile assolutamente al pesce fresco.
Tonno in scatola: quanto se ne può mangiare ogni settimana
Va bene come prodotto alimentare di base, emergenziale, per una cena rapida di tanto in tanto ma non deve mai essere inteso come pasto ricorrente. La motivazione è semplice e viene determinata proprio dagli esperti che ne consigliano un uso calmierato per evitare problemi di salute. Uno su tutti è sicuramente quello dei materiali che si trovano al suo interno e che possono causare danni successivi all’organismo.
Il rischio concreto è quello di un’intossicazione da Mercurio, come accaduto in Giappone dove centinaia di persone sono state coinvolte, negli anni Cinquanta, in questo episodio quanto mai bizzarro con danni permanenti. A nessuno verrebbe in mente di poter avere problemi di salute mangiando del semplice tonno in scatola ma la realtà è questa. In Italia è un alimento molto gettonato, si stima fino al 25% del consumo di pesce complessivo.
Quindi è chiaro che tutti lo amano, per il gusto non proprio forte come quello del comune pesce fresco cotto in casa e anche perché le scatolette sono pratiche e veloci, oltre che poco costose e quindi accessibili a tutti. Secondo l’OMS ci sono indicazioni precise da seguire per non eccedere e quindi consumare quelle che sono le quantità specifiche di tonno massime per ognuno. C’è una differenza netta tra uomini, donne e bambini perché ovviamente la capacità del corpo di smaltire i residui è differente. È importante fare attenzione a questi limiti e non superarli.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, andrebbero consumati al massimo 340 grammi di tonno settimanali per gli adulti, mentre 170 grammi per i bambini e lo stesso quantitativo per le donne incinte. Questi sono i dati massimi ma è meglio riuscire a mantenersi ben lontani da questi per poter evitare problemi di ogni tipo. È giusto prediligere un’alimentazione sana e bilanciata, varia, con alimenti freschi e quindi pesce da cucinare al momento in casa, soprattutto quello azzurro e possibilmente del Mediterraneo.