Parcheggiare facendo aderire l’auto alla vettura già presente non solo non è consentito, ma è un vero e proprio reato.
Capita di sostare con la vettura e ritrovarsi al ritorno un’altra macchina parcheggiata praticamente attaccata alla portiera. In questo caso entrare diventa quasi impossibile. Se è presente l’accesso libero dietro oppure per il vano del passeggero allora si può comunque entrare, seppur in maniera scomoda, altrimenti si resta praticamente bloccati.
Questo comportamento non solo è sconveniente e ovviamente non certo ottimale nei confronti di chi ha parcheggiato – e in un modo dovrà pur rientrare a casa – ma risulta essere anche un vero e proprio reato che viene quindi riconosciuto e punito dalla legge. Ma cosa si rischia esattamente?
Proprio perché non è una condizione così insolita, è giusto sapere come fare e intervenire per poter liberare l’accesso in maniera opportuna senza doversi arrampicare o infilare in uno spazio piccolissimo per poter mettere a moto la macchina. Anche perché, proprio come dicevamo prima, in pochi sanno che in realtà si tratta di un reato.
Quando si parcheggia si devono rispettare gli spazi, se è un posto normale avendo cura di essere nelle linee predisposte al fine di rendere possibile l’accesso ad altri, se invece ci si trova accanto a un posto per disabili, facendo estrema attenzione a non invadere lo spazio contrassegnato tra il posto giallo e quello libero, affinché la persona abbia libertà piena di movimento.
Laddove ciò non venga osservato, rendendo praticamente impossibile accedere alla vettura, si manifesta il reato di violenza privata, come da articolo 610 del Codice Penale. Questo è riservato a chi con violenza o minaccia costringe a fare una cosa o tollerare ed omettere qualcosa ad altri. Quindi, colui che parcheggia impedendo a una persona di accedere nella sua auto, di fatto sta commettendo un reato volutamente. Ma non solo. La norma prevede anche una pena di reclusione fino a 4 anni.
Il reato si configura anche se ciò accade per pochi minuti perché in questo caso si presenta la malafede dell’azione e quindi il dolo e l’intento ovvero la colpa. Non è un errore, è fatto consapevolmente, motivo per cui il soggetto ne risponde direttamente. Può essere querelato, andando solo a immortalare con una foto la posizione delle vetture e poi andando da polizia e carabinieri per procedere e quindi iniziare la via penale.
Ci si può anche rivolgere direttamente alla Procura della Repubblica, facendosi assistere da un avvocato. Ovviamente bisogna considerare, d’altra parte, che si tratta di un caso che sicuramente rientra nella “tenuità del fatto” ovvero un reato minore che potrebbe essere archiviato e non avere questo grande riscontro nemmeno in termini economici. Ma dipende comunque da caso a caso. La prossima volta quindi, rispetta le distanze!
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