Il Trail Monte Casto, arrivato ormai a festeggiare la sua diciassettesima edizione, si presenta come un’insolita fusione tra la storia del trail, una festa fuori stagione, il calore del territorio e l’affetto di giovani promesse troppo veloci. L’obiettivo principale di questo itinerario è di far scoprire i sentieri di media montagna che serpenteggiano sulle pendici del Monte Casto e all’interno dell’Oasi Zegna, un’area boschiva frequentata da caprioli e altre creature selvatiche. La maggior parte delle escursioni su questi percorsi può essere goduta in qualsiasi stagione, poiché non si estendono a quote elevate. Il Bocchetto Sessera, il Monte Casto e Pratetto si prospettano come luoghi di riferimento per gli appassionati di trekking, mountain bike, skyrunning e passeggiate a cavallo.
Trail del Monte Casto, tutto quello che bisogna sapere a proposito di questo evento
Il punto di partenza si trova presso il campo sportivo “La Salute” di Andorno Micca (560m). Dopo un breve tratto su asfalto, si percorre un sentiero alle Piane di Locato, attraversando la frazione. Da lì, inizia una rapida salita nel sottobosco, conducendo alla strada tagliafuoco del Monte Casto a circa 1000m. Dopo aver seguito la strada per un po’, si prende un sentiero immerso nella pineta che porta alla croce del Monte Casto (1138m), offrendo una splendida vista sulle montagne biellesi. La discesa dolce conduce alle Selle di Pratetto, da cui si apre una vista panoramica su Bielmonte e le creste della Valle Cervo.
Da qui, si segue la sterratina in discesa che porta alle cascine Strona, attraversa il ruscello e raggiunge gli alpeggi Monduro e Carcheggio. La salita porta alla Bunda Granda, quindi si prosegue sul classico percorso della transumanza fino al Bocchetto Sessera (1380m) all’interno dell’Oasi Zegna. Dopo aver attraversato la strada, si prende la sterrata in discesa che diventa poi un sentiero, raggiungendo l’Alpe Scheggiola (1090m). Da qui, si segue un sentierino che porta in leggera discesa al torrente Sessera. La salita lungo il torrente conduce all’alpeggio del Baraccone. Attraversando il torrente su un ponte di pietra, si sale dolcemente fino all’area attrezzata del Druetto. Seguendo la pista da fondo “Corradino Sella”, si passa sotto l’alpeggio del Monticchio, prosegue in direzione Artignaga e, dopo poco più di un km, si sale a sinistra per raggiungere la strada sterrata, ritornando verso il Bocchetto. Passando le baite del Monticchio, dopo circa 600m, si prende a destra “la variante del fagiano” fino a raggiungere il crinale sopra il Bocchetto. In breve, si scende al Bocchetto Sessera. Per 100 metri, si segue la strada asfaltata in discesa, quindi si prende un sentiero a sinistra, aggirando un promontorio in discesa per trovare un sentiero che porta alla sterrata da seguire a destra. Poco dopo, prima di un gruppo di baite, si scende a sinistra, attraversa un ruscello e si prosegue in traverso fino a raggiungere l’asfalto sopra Pratetto. Dopo un breve tratto su strada e passata la trattoria, si svolta a sinistra seguendo un sentiero che porta alle Selle di Pratetto. Si percorre il sentiero fino a Frazione Trabbia, da cui si raggiunge la Frazione Socco, effettuando un lungo traverso fino a Frazione Vincio di Tavigliano. Su un sentiero, si raggiunge Locato, si scende a regione Molinetto (580m), si ricomincia a salire su sterrata e poi su sentiero per raggiungere la chiesetta degli Eremiti. Da qui, si sale fino a giungere nei pressi di Quadretto (760m), seguendo la sterratina che in saliscendi porta a Frazione Colma, e infine si imbocca la sterrata in discesa che riporta ad Andorno.
Nonostante la sua aura di provincialità, il Trail Monte Casto ha sempre accolto un gruppo selezionato di trail runner, molti dei quali nello stesso periodo erano in Thailandia a rappresentare la nazionale. Si pensava che il record di 3 ore e 35 minuti di Cristian Minoggio fosse irraggiungibile. Ma, come l’ha descritto Francesco Nicola, per i biellesi il Casto è la Sierre-Zinal del Piemonte, e quindi occorre prestare attenzione anche ai nomi meno noti ma con altrettanta determinazione. Nella competizione maschile dello scorso anno, la sfida tra i due atleti locali, Francesco Nicola e Alessandro Ferrarotti, li ha visti sfiancarsi reciprocamente per raggiungere Andorno in 3 ore e 36 minuti il primo e 3 ore e 41 minuti il secondo. Performance straordinarie. Nel campo femminile, sempre nell’edizione dell’anno scorso, Giulia Sapia, Paola Gelpi e Laura Barale hanno gareggiato a distanze ridotte, arrivando al punto di giocarsi il podio in un fotofinish degno di nota, con tanto di ripresa da mountain bike. Tempi di 4 ore e 22 minuti per Giulia Sapia, 4 ore e 23 minuti per Paola Gelpi e 4 ore e 24 minuti per Laura Barale. Un vero spettacolo. Entrambe le competizioni sono state caratterizzate da incertezza, combattività e sono state avvincenti da raccontare e seguire.
Ma che cos’è esattamente il trail running?
Il trail running, specialità della corsa a piedi, si svolge in ambiente naturale, spesso su sentieri, che si trovino in montagna, deserto, bosco, pianura o collina. I tratti pavimentati o di asfalto sono limitati al 20% della lunghezza totale del percorso. Questa attività è nota per percorsi lunghi e dislivelli significativi, sia in salita che in discesa.
Nonostante le competizioni di trail running esistano da tempo, la disciplina è ancora in fase di definizione. La ITRA (International Trail Running Association), fondata nel luglio 2013, ha proposto una definizione internazionale di “trail running”, una carta etica delle competizioni, politiche sulla salute e antidoping, un sistema di valutazione internazionale e una gestione degli atleti di spicco.
Durante il 50esimo Congresso IAAF a Pechino nell’agosto 2015, il trail running è stato riconosciuto come disciplina dell’atletica leggera, completando il suo percorso di sistemazione. Ora è inclusa nella definizione dell’atletica leggera insieme a pista, corsa su strada, marcia, corsa campestre e corsa in montagna.
Il percorso di una gara di trail running può variare, da sentieri rocciosi a sentieri di bosco, strade sterrate, con tratti pavimentati limitati. Il percorso è segnalato con bandierine, fettucce colorate e segnalazioni di vernice biodegradabile. Spesso, la traccia del percorso in formato elettronico viene fornita in anticipo. La corsa avviene in semi-autosufficienza o autosufficienza idrica e alimentare, nel rispetto dell’etica sportiva, solidarietà e dell’ambiente. La suddivisione dei percorsi in base a distanza e dislivello manca di unanimità, contribuendo a una terminologia confusa data la varietà di eventi e la mancanza di un’autorità centrale nel Trail Running.