Trekking

Alpi Retiche, quali sono gli itinerari migliori?

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Federico Liberi

Hai in programma un viaggio sulle Alpi Retiche ma non sai quali sono gli itinerari migliori per il trekking? Ecco la lista

Alte montagne dal fascino unico, vallate che regalano viste mozzafiato, natura incontaminate e, soprattutto, itinerari per il trekking da non perdere per nessuna ragione: le Alpi retiche, nella Valmalenco, nella Val Masino, nella Val Cordera e nella Val Bregaglia, offrono questo e molto di più, motivo per cui è uno dei luoghi più consigliati per gli amanti delle passeggiate in montagna e del trekking estremo. Ma vediamo quali sono gli itinerari migliori per chi vuole vivere una bella esperienza tra le Alpi Retiche.

Vuoi fare trekking nelle Alpi Retiche? Ecco quali sono gli itinerari da seguire per una passeggiata da sogno

Le Alpi Retiche sono tra i luoghi più amati e popolati dagli amanti del trekking. Questo è dovuto sicuramente alla bellezza dei luoghi che si trovano lungo le loro vette, ma anche e soprattutto per i tanti sentieri presenti, i quali permettono di vivere esperienze uniche e di immergersi in una natura incontaminata e dalle mille sfaccettature. Per tutti coloro che hanno intenzione di recarvisi, ecco quali sono i percorsi migliori per il trekking.

Campomoro | www.girovagandoinmontagna.com – Gentechevainmontagna

Campomoro, Pizzo Bernina

Un’escursione classica conduce al rinomato rifugio Marinelli-Bombardieri, uno dei più antichi e frequentati delle Alpi centrali, situato ai piedi del Pizzo Bernina, il quattromila più orientale dell’arco alpino. Questo percorso offre l’opportunità di ammirare i principali ghiacciai del gruppo, immersi in un ambiente severo ad alta quota. Dopo aver attraversato il coronamento della diga di Campomoro, si discende nel ripiano sottostante seguendo la strada di servizio. Da qui si prende il sentiero (segnalato) per i rifugi Marinelli e Carate. Il sentiero ripido risale il versante tra la vegetazione e piccole pareti rocciose, fino a un ripiano dove piega nettamente a destra e si addentra nella bassa Valle di Scerscen. Si procede guadagnando quota con un lungo traverso da cui si ammira uno splendido panorama sul vicino gruppo del Disgrazia e sulla Valmalenco. Uscendo dalla vegetazione, sempre più rada, e lasciando in basso a sinistra le case dell’Alpe Musella, si affronta il tratto più ripido e faticoso della salita, noto come “i Sette Sospiri”: dossi morenici formati durante l’ultima glaciazione. Dopo un’ultima rampa, si raggiunge il piccolo ma accogliente rifugio Carate (2636 m, 2 ore), situato pochi metri sotto la Bocchetta delle Forbici. Si prosegue lungo il sentiero che, con una breve salita, conduce alla bocchetta. Il panorama da questo punto è mozzafiato, spaziando su tutto il bacino dello Scerscen, con i suoi ghiacciai e le imponenti pareti del Pizzo Bernina, del Pizzo Roseg e del Monte Scerscen, nonché su tutta la bastionata di cime oltre i tremila metri che culmina con il Pizzo Sella.

Alta via dell’Adamello

L’Alta Via dell’Adamello rappresenta un viaggio nel passato del nostro Paese, tra i segni e i reperti della Guerra Bianca, dove per quattro lunghi anni uomini si confrontarono a oltre 3000 metri di altitudine, in condizioni estreme. Il sentiero numero 1 attraversa il Parco dell’Adamello, un territorio ricco di ecosistemi diversi determinati dalle variazioni altimetriche, dalla complessità geologica e dalle esposizioni delle valli circostanti. Lungo un percorso di circa 70 chilometri, suddivisi in 5-8 tappe, si connettono i numerosi rifugi presenti lungo il tragitto, partendo dalla Conca di Bazena presso il Passo Crocedomini fino alla parete nord dell’Adamello, continuando poi verso i monti di Edolo. Il percorso attraversa il massiccio dell’Adamello da sud a nord, mantenendo un’altitudine tra i 2000 e i 3000 metri, con diversi passaggi oltre i 2700 metri, spesso coperti da neve. Sebbene il percorso sia in generale accessibile, vi sono brevi tratti esposti e impegnativi. Catene, corde e gradini agevolano il superamento di questi passaggi, ma rimangono comunque delicati, soprattutto in condizioni climatiche avverse (ghiaccio, neve, pioggia). Nei tratti più remoti, ci si allontana dal concetto tradizionale di sentiero, procedendo su tracce libere ma sempre guidati dal segnavia bianco-rosso del Sentiero numero 1 dell’Adamello. Nonostante ciò, il Sentiero numero 1 dell’Adamello rimane accessibile all’escursionista medio, purché abbia un adeguato allenamento, l’attrezzatura necessaria e una buona conoscenza del territorio o dei metodi di orientamento in montagna.

Alta Via dell’Adamello | www.lemontagne.net – Gentechevainmontagna

Cresta di Reit

La Cima di Reit rappresenta una meta poco frequentata nelle Alpi Retiche, pur essendo la montagna di Bormio. Per raggiungerla, è possibile partire dalla zona dell’Orto Botanico o da Pravasivo. Dirigersi verso Pedemontana e seguire il sentiero che, con numerosi tornanti, conduce alla Croce della Reit. Proseguire lungo il sentiero che sale fino a raggiungere alcune radure e, rimanendo più o meno sulla dorsale, dirigersi verso il crinale fino al termine dei mughi. Da qui, conviene scendere leggermente verso sinistra, perdendo circa una trentina di metri di dislivello, e entrare nell’ampio canalone ben evidente che porta al Passo Pedranzini. Seguendo il fondo del canale e aggirando i massi più grandi, preferibilmente su sassi stabili, si procede lentamente ma guadagnando rapidamente quota. Il canale piega leggermente verso destra e, quando si è più o meno all’altezza del Piano dei Camosci, si continua verso sinistra rimanendo nel canale. L’ultimo tratto è un po’ delicato, ma l’uso dei bastoncini può facilitare molto il percorso. Raggiunto il Passo Pedranzini, si può immaginare il passaggio del nostro conterraneo e la sua compagnia nel lontano 1848, quando attraversarono questo colle armati di fucili e altro materiale. Ora, seguendo la cresta ovest con brevi tratti di secondo grado, facendo attenzione alla roccia friabile (segnalata da ometti che indicano la direzione), si sale fino a una zona suggestiva caratterizzata da grandi massi. Si piega verso destra entrando in una cengia detritica sulla parete sud. Poco prima di uno spigolo evidente, si sale diritti (passaggi di secondo grado) fino a raggiungere la cresta finale che conduce brevemente in cima.

Cascata al Crap de Scegn, Isolaccia, Valdidentro

La cascata del Rin de Scegn, situata al Crap de Scegn sopra l’abitato di Isolaccia in Valdidentro, rappresenta una delle più affascinanti meraviglie naturali dell’Alta Valtellina. Immersa in un contesto naturale incantato, raggiunge quasi i cento metri d’altezza. Per raggiungerla, partendo dalla piazza della chiesa a Isolaccia, si segue la strada per Livigno e, dopo aver attraversato il ponte sul Rio Scianno, si prosegue fino a quando la strada inizia a scendere leggermente. Successivamente, si sale verso destra lungo la via Plomp e si arriva a un ponte sul Rio Scianno. Prima di attraversare il ponte, si sale una breve scala e si prosegue lungo il torrente, per poi seguire verso sinistra la vecchia mulattiera. Dopo circa cinquanta metri, si arriva a un grande masso caratteristico, parzialmente coperto di muschi, accanto al quale si trova un vecchio ricovero per animali. La mulattiera che sale a sinistra conduce alla Baita di Spigolon, mentre il nostro itinerario prende la direzione verso destra, attraversando un bel bosco dominato principalmente da abeti. Dopo tre tornanti, la mulattiera diventa più ripida, ma la bellezza dello spettacolo che si aprirà davanti a voi vi farà dimenticare presto la fatica. In totale, sono dieci tornanti che portano al punto panoramico sulla cascata.

Federico Liberi

Sono laureando in Psicologia dei processi sociali all’Università di Roma “La Sapienza”. La mia più grande passione insieme alla scrittura è il calcio, ma mi piace rimanere informato sullo sport a 360 gradi oltre che sull’attualità e la politica. Nel 2020 è stato pubblicato su Amazon un mio saggio sulla Programmazione Neuro-Linguistica

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