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Animali selvatici in montagna, ecco come si preparano all’arrivo dell’inverno

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Redazione Gente

Ogni animale mette in atto diverse strategie di sopravvivenza per affrontare le basse temperature e la ridotta disponibilità di cibo

Con l’avvicinarsi della stagione invernale, la fauna selvatica delle aree montane si trova di fronte alla necessità di adottare strategie di sopravvivenza per affrontare le basse temperature e la ridotta disponibilità di cibo. Questo articolo esplora le diverse tattiche adottate da alcuni animali per superare il rigido clima invernale.

Il letargo della marmotta

Tra gli abitanti delle montagne, la marmotta è forse uno degli esempi più emblematici di adattamento all’inverno. Questo roditore trascorre quasi metà dell’anno in stato di letargo all’interno di una tana ben protetta.

Una marmotta | Pixabay @skiddscrows – Gentechevainmontagna.it

Durante questo periodo, il suo metabolismo rallenta drasticamente: la temperatura corporea può scendere fino a 5°C, i battiti cardiaci diminuiscono sensibilmente e anche la respirazione rallenta notevolmente. La sopravvivenza della marmotta durante i mesi freddi dipende dalla quantità di grasso accumulato precedentemente e dalla costruzione di un rifugio adeguato. Interessante notare come anche la dimensione del gruppo familiare influenzi le probabilità di superare l’inverno senza incidenti.

L’ibernazione dell’orso

Gli orsi si preparano all’arrivo dell’inverno con largo anticipo, specialmente le femmine gravide che cercano rifugio nelle loro tane già prima della fine dell’autunno. A differenza della marmotta, l’orso entra in uno stato definito scientificamente come “semi-letargo” o ibernazione: sebbene vi sia un abbassamento delle funzioni metaboliche, questo non è così marcato come nel caso dei roditori. La temperatura corporea e i ritmi cardiaci e respiratori subiscono una riduzione meno drastica e alcuni esemplari possono rimanere attivi per tutta la durata dell’inverno. L’ibernazione degli orsi mostra una flessibilità notevole rispetto a stimoli esterni quali disturbi o cambiamenti climatici.

La latenza invernale di rane e serpenti

Anfibi e rettili rappresentano un altro gruppo interessante quando si parla di adattamenti al freddo invernale. Essendo ectotermi, ovvero animali a “sangue freddo“, dipendono fortemente dalle condizioni ambientali esterne per regolare la propria temperatura corporea. Di fronte al calo delle temperature sotto i 10-15°C, molte specie sono costrette a cercare riparo sottoterra o tra le fessure rocciose dove entrano in uno stato chiamato “vita latente“. In questa condizione, rallentano significativamente i processi metabolici e cessano l’alimentazione fino alla ripresa primaverile.

Queste strategie rappresentano solo alcune delle incredibili tattiche adottate dagli animali selvatici per affrontare l’inverno nelle regioni montuose. Ogni specie ha sviluppato meccanismi unici che permettonо non solo la sopravvivenza ma anche il prosperarе nonostante le sfide poste dal freddо estremо е dalla scarsità alimentarе tipichе dei mesі più rigidi.

Redazione Gente

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