Termine tra i più utilizzati quando si affronta un discorso che riguarda la montagna, la parola trekking ha un significato particolare e che sarebbe meglio con confondere mai con quello proprio di altri vocaboli.
L’origine del termine trekking differisce, infatti, da quella di altre parole simili e, talvolta, usate come dei veri e propri sinonimi, nei confronti delle quali, invece, non nutre alcun rapporto di parentela.
Per questo, oggi proviamo a fare il punto su cosa significhi la parola trekking, quale sia la sua origine e in quali casi sia corretto usarla (e in quali no).
È costume pensare che la parola trekking sia un termine di derivazione inglese, mentre, in realtà, è giusto specificare come esso derivi dall’Afrikaan.
Si tratta di un idioma parlato nella zona meridionale del continente africano, ovvero nell’attuale Sudafrica, dove si è diffusa ai tempi della colonizzazione olandese di quest’area.
Nello specifico, l’Afrikaan è una lingua germanica, nella quale si assiste a una commistione tra l’olandese e le lingue africane locali.
La parola trekking rientra, quindi, tra i vari termini che formano il vocabolario di questa particolarissima lingua e la sua origine va indagata in un evento storico avvenuto secoli fa nella colonia olandese sudafricana e definito come “il Grande Trek”.
I fatti risalgono intorno al 1830, quando la dominazione olandese in Sudafrica si era fatta decisamente opprimente per la gente del luogo, contadini e allevatori di bestiame in particolare.
Stanchi per i continui soprusi esercitati dagli invasori, i Boeri – ovvero i contadini, in lingua Afrikaan – presero la decisione di abbandonare le campagne in cui vivevano per spingersi alla ricerca di nuove terre inesplorate in cui stabilirsi.
Operarono, quindi, una vera e propria fuga dagli olandesi.
Alcuni di questi contadini si spinsero, allora, nell’entroterra africano, luogo che raggiunsero spostandosi a bordo di alcune carrozze trainate dai buoi.
Un lungo viaggio che ricorda la trasmigrazione vissuta dalla famiglia Joad nel capolavoro di John Steinbeck, “Furore”, e che i Boeri scelsero invece di chiamare “il Grande Trek”.
L’azione compiuta da questi primi pionieri fu, quindi, d’insegnamento per altri contadini del sud dell’Africa, i quali scelsero di seguire l’esempio dei Boeri e di intraprendere a loro volta un viaggio verso nuove terre libere, sulle tracce delle orme lasciate dai carri e dai buoi.
Fu così che in lingua Afrikaan si iniziò a utilizzare il vocabolo trekker per indicare questi viaggiatori.
Un termine il cui significato era, dunque, ritrovabile nell’azione sopra citata, ovvero nell’intraprendere un viaggio a piedi o su una carrozza trainata dai buoi alla ricerca di territori selvaggi e inesplorati nei quali insediarsi.
Ben presto, tutti i viaggi di esplorazione alla scoperta di nuove terre iniziarono a essere indicati con la parola trekking, il cui significato letterale in Afrikaan era “viaggiare seguendo le orme dei buoi”.
Questo termine divenne, poi, popolare anche presso gli olandesi che si erano stabiliti nel sud dell’Africa, i quali a loro volta lo portarono in Europa, dove tale parola è, quindi, entrata nel vocabolario di molte altre lingue germaniche.
Con il passare dei secoli, la parola trekking ha perso progressivamente il suo originario significato di “viaggiare seguendo le orme dei buoi” e ne ha assunti di nuovi, più attuali.
Il susseguirsi degli anni e il cambio delle epoche porta spesso a una mutazione delle lingue e dei suoi vocaboli, i quali cercano di uniformarsi ai tempi e assumere connotazioni moderne.
Un processo che ha toccato anche il termine trekking, il quale ha assunto significati diversi in base ai singoli contesti socio-culturali propri delle terre in cui questo vocabolo si è diffuso.
Per esempio, nei Paesi mediterranei, come l’Italia, la Spagna e la Francia, la parola trekking viene tradotta come “escursione” e, per questo, è spesso utilizzata come sinonimo diretto proprio di tale termine, così da indicare una semplice camminata nella natura compiuta anche nel giro di poche ore.
Gli americani e gli inglesi, invece, si servono della parola hiking per esprimere questo concetto, dal momento che tale termine si traduce esattamente con l’idea di una camminata giornaliera nella natura.
Negli Stati Uniti d’America, così come nel Nord dell’Europa, il termine trekking continua a essere utilizzato per indicare esclusivamente quei viaggi di esplorazione che portano a scoprire nuovi territori. Viaggi, dunque, più importanti e lunghi, che vengono generalmente svolti a piedi o in bicicletta.
Per queste culture, l’obiettivo dei trekker è quello di entrare in contatto con nuove terre, proprio come fatto a loro tempo dai Boeri.
Infatti, negli USA e nell’Europa del Nord il termine trekking indica qualsiasi tipo di viaggio alla scoperta di nuovi lidi, non soltanto quelli intrapresi in montagna.
Discorso diverso per l’Italia, dove il vocabolo trekking, come sottolineato in precedenza, si lega indissolubilmente all’idea di montagna.
A sbagliare, se proprio volessimo trovare un errore, siamo però noi.
Il significato più profondo della parola trekking riconduce, infatti, allo spirito con il quale si affronta la camminata, la quale deve essere un viaggio lento e il cui scopo è quello di esplorare e conoscere a fondo un nuovo ambiente.
Il trekking è, quindi, un viaggio esperienziale e dal passo compassato, verso destinazioni sconosciute o, comunque, poco note.
Il tragitto deve essere compiuto a piedi o in bicicletta, seguendo quelle che sono le concezioni attuali, nel totale rispetto dell’ambiente attraverso il quale si passa, oltre che delle tradizioni e delle culture che lo caratterizzano.
Per questo, il trekking può essere considerato una forma di viaggio responsabile e sostenibile, alla ricerca di terre ancora da far conoscere ai più.
In definitiva, sebbene noi siamo soliti utilizzare trekking ed escursionismo come due vocaboli sinonimi, essi dovrebbero essere distinti l’uno dall’altro, in quanto al primo appartiene una sfumatura più profonda e specifica rispetto al secondo, che può essere utilizzato per indicare un viaggio qualunque in montagna.
È anche giusto riconoscere, però, che qualche passo proprio in questa direzione è iniziato a essere mosso negli ultimi anni.
Anche nel Belpaese gli appassionati delle discipline outdoor stanno cominciando a utilizzare la parola trekking e la parola escursionismo in contesti diversi e con significati differenti.
Per esempio, il termine trekking, ora, viene spesso usato per indicare i cammini di montagna che impegnano gli escursionisti per più giorni, attraverso sentieri sviluppati in aree poco conosciute.
Uno scenario che riporta alla luce il primordiale significato della parola trekking e che differisce da quelle camminate il cui scopo è meramente quello di raggiungere un punto noto in cui ammirare il paesaggio. In questo caso, è più corretto parlare di escursione o di hiking, per dirla all’americana.
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