Se siete frequentatori della montagna avrete certamente notato un filo che attraversa i pascoli, sapete di cosa si tratta?
Tante volte camminando in montagna ci siamo imbattuti in una sorta di recinzione per gli animali al pascolo, un filo che segue il perimetro dei terreni e che potrebbe diventare pericoloso se non ce ne accorgiamo. I cartelli infatti molto spesso non sono presenti e non è raro toccarlo inavvertitamente.
Non sarà stata sicuramente una bella sensazione, chiunque l’abbia provata vi potrà dare conferma. Ci sono alcuni accorgimenti che però possiamo attuare per evitare brutte sorprese. Quando siamo sui sentieri teniamo gli occhi sempre aperti perché i pericoli sono in agguato e non sempre sono facili da riconoscere.
È un sistema molto utilizzato sia in Italia che all’estero e ha facilitato la vita di molti allevatori alle prese con mandrie particolarmente indisciplinate o aggressioni da parte di animali selvatici. In zone in cui è presente il lupo, ad esempio, hanno permesso di salvaguardare molti capi, rendendo l’attraversamento molto più complicato. Lo stesso discorso vale per volpi e cinghiali.
Il filo dei pascoli in montagna è elettrificato: fate attenzione!
Durante un trekking avrete sicuramente fatto caso al filo che percorre i confini dei pascoli, di solito è giallo o bianco o di semplice fil di ferro ed è chiuso da una piccola maniglia che serve a interrompere il collegamento e a passare indenni. Non sempre c’è un cartello di segnalazione perciò bisogna fare molta attenzione a dove mettiamo mani e piedi. L’avviso dovrebbe essere obbligatorio ma non tutti seguono la legge rigorosamente.
Ma di cosa si tratta? È un filo elettrificato per far sì che le mucche e i cavalli al pascolo non lo attraversino e rimangano nelle zone predisposte dagli allevatori o dai proprietari. Viene alimentato in genere da una batteria a 12V o a rete 220V. C’è chi si diverte a toccarli per sentire il brivido della scossa ma è assolutamente sconsigliato avvicinarsi, il pericolo è reale.
Gli animali percepita la scossa si allontanano e capiscono dove poter pascolare e dove no. In alcuni casi questo tipo di confinamento viene utilizzato anche per isolare individui specifici – per esempio quelli troppo aggressivi.
Una vera manna per gestire le mandrie e non solo, questo strumento è diventato indispensabile per tenere a bada animali selvatici come il lupo, l’orso, i cinghiali e le volpi che potrebbero penetrare con molta più facilità incontrando un recinto normale.