Animali di piccole e grandi dimensioni possono rappresentare un notevole pericolo. Ecco cosa sapere prima di avventurarsi nella natura.
Durante l’escursionismo, è fondamentale essere consapevoli dei potenziali pericoli rappresentati da piante e animali. Una buona dose di attenzione è sempre consigliabile perché anche una breve passeggiata può nascondere insidie impreviste. Quando si pratica escursionismo o si intraprende un semplice giro nei boschi, è indispensabile adottare alcune misure precauzionali: l’osservazione attenta dell’ambiente circostante per individuare potenziali minacce, la conoscenza dei pericoli specifici della zona in cui si effettua l’escursione e l’informazione sulle specie animali o vegetali pericolose presenti nella regione visitata.
Nei nostri boschi vivono molti cinghiali che si spostano in branco, soprattutto al crepuscolo, e sono particolarmente aggressivi se accompagnati da cuccioli. In caso di incontro ravvicinato, è consigliabile evitare movimenti bruschi, produrre rumore per spaventarli e cercare rifugio in un’area elevata. Generalmente fuggono, ma è preferibile mantenere le distanze da questi ungulati.
Nelle zone appenniniche è possibile incrociare i lupi, i quali solitamente fuggono se percepiscono la presenza umana. Nel caso stiano mangiando o abbiano cuccioli, possono però diventare pericolosi. Pertanto, è consigliabile retrocedere senza mai voltare le spalle, fare rumore e cercare rifugio sugli alberi. Pur essendo affascinanti, è preferibile evitare incontri potenzialmente pericolosi.
In alcune aree d’Italia, soprattutto in Abruzzo, è possibile incontrare gli orsi. Gli esperti suggeriscono di parlare senza urlare, evitare di lanciare loro pietre e, se necessario, stendersi a terra a faccia in giù. Gli orsi sono veloci, sanno arrampicarsi sugli alberi e sono di dimensioni considerevoli, rendendo difficile la fuga. È preferibile far loro capire che non rappresentiamo una minaccia.
Non solo i grandi predatori: anche i piccoli animali possono essere una minaccia
Passando a animali di dimensioni minori, i pericoli non sono affatto minori. In Italia, ad eccezione della Sardegna, uno dei maggiori pericoli per gli escursionisti o per chi si addentra nei boschi sono le vipere. Questi rettili presentano una varietà di colori che consente loro di mimetizzarsi efficacemente, rendendo difficile individuarle a distanza e quindi evitare di avvicinarsi troppo. In caso di morso, è consigliabile immobilizzare la parte interessata e rimanere fermi. Tuttavia, questa precauzione può risultare difficile da seguire quando ci si trova in mezzo ai boschi, lontani dalle strade e con la necessità di raggiungere un ospedale.
Chi pratica escursionismo in montagna sarà sicuramente consapevole delle zecche, che possono trasmettere batteri e virus. Questi piccoli parassiti si attaccano alla pelle e iniziano a succhiare il sangue, facendo gonfiare il loro addome. Durante il processo di alimentazione, possono trasmettere malattie pericolose come la malattia di Lyme.
Anche i ragni possono rappresentare un pericolo quando si è immersi nella natura. In Italia, tuttavia, solo una specie rappresenta un reale pericolo: la malmignatta. Dato che il suo morso spesso non viene avvertito, è importante prestare attenzione a sintomi come nausea e cefalea inspiegabili. In caso di manifestazione di tali sintomi, è consigliabile consultare un medico tempestivamente.
In ogni caso, prima di intraprendere un trekking in una nuova area, è sempre consigliabile informarsi sulla fauna locale e seguire le raccomandazioni degli esperti locali o delle guide turistiche per garantire la sicurezza personale. Inoltre, è altrettanto consigliabile viaggiare con un partner o un gruppo e comunicare il proprio itinerario a qualcuno di fiducia, in modo da poter ottenere assistenza in caso di emergenza.