Fare trekking in montagna con le belle giornate può essere un’attività piacevole ma devi prestare attenzione ad alcune piante e animali: ecco quali
Tra le attività che si fanno all’aperto quella più diffusa è probabilmente il trekking. Passeggiare tra i sentieri è un modo per entrare in contatto con la natura e per rigenerarsi. Ma spesso, facendo forse troppo affidamento sull’idea che il genere umano si trovi in cima alla catena alimentare in qualunque luogo del pianeta, può capitare di fare incontri ravvicinati con creature animali e vegetali che invece sarebbe meglio tenere alla larga.
La natura si è infatti evoluta in centinaia di modi diversi dando origine anche a esseri che hanno sviluppato sistemi di attacco e difesa molto efficaci, molto immediati e a volte anche molto dolorosi quando non letali. Per questo, esattamente come occorre conoscere le piante che possono essere commestibili, quando si fa trekking è necessario anche avere almeno una conoscenza di base di quegli animali e quelle piante che invece possono essere pericolosi.
Nel nostro Paese la presenza di animali e piante velenosi è ridotta ma questo non significa che possa essere del tutto ignorata. Queste sono quindi sette creature, esclusi gli eventuali funghi velenosi comunque presenti in Italia, che devi conoscere per poterle evitare in sicurezza e vivere bene la montagna.
Piante e animali cui prestare attenzione per un trekking sicuro
Una passeggiata in un sentiero di montagna, magari uno non troppo ripido, è una attività che si può svolgere durante tutte le stagioni e che regala scorci e incontri particolari a seconda del momento in cui si decide di allacciare gli scarponcini. Se infatti, per esempio, in inverno i sentieri sono coperti di neve e ci si può godere il silenzio dei boschi o della montagna, in primavera e in estate le passeggiate possono trasformarsi invece in un vero e proprio corso di botanica e zoologia.
Ma per poter vivere bene la montagna è indispensabile conoscere anche le piante e gli animali che possono essere pericolosi per l’uomo. Iniziando dalle piante una foglia che devi riconoscere assolutamente da lontano è quella dell’edera velenosa. Si tratta di una specie ancora non particolarmente diffusa ma comunque presente. Preferisce le rocce e l’unico modo per riconoscerla è imparare a contare le foglie.
L’edera velenosa non assomiglia infatti alla classica edera rampicante che si trova sui muri ma produce lunghi fusti sottili su cui le foglie si aprono a gruppi di tre. Oltre alle foglie, l’edera velenosa è riconoscibile anche per le piccole bacche e i fiori bianchi. Toccarla può lasciarti con una reazione urticante molto dolorosa e, in alcuni casi, portare alla creazione di vere e proprie cicatrici.
Si trova invece tra Trentino e Valle d’Aosta la Panace di Mantegazza: una pianta che nonostante l’aspetto innocuo dato dalle corolle di fiori bianchi è invece dotata di una linfa simile all’acido. Tra gli animali vanno riconosciute subito le processionarie del pino, che nella forma di bruco peloso sono urticanti, le zecche in grado di trasmettere diverse malattie saltando da un ospite ad un altro, la vedova nera mediterranea e poi i calabroni e le vespe.
In particolare riconoscere la vedova nera mediterranea è abbastanza facile: il piccolo ragno che vive soprattutto tra le pietre e i sassi ha infatti il corpo ricoperto da un caratteristico disegno rosso che la rende inconfondibile. Un altro animale cui occorre prestare attenzione appartiene non alla famiglia degli insetti ma a quella dei rettili ed è la vipera. Essere morsi da una vipera è una possibilità realmente remota, dato che di solito questo serpente, come tutti gli altri, utilizza il potente veleno di cui è armato solo in casi eccezionali.