L’area montana della Valtellina mette a disposizione una serie di itinerari escursionistici di varia difficoltà, permettendo ai viaggiatori di trascorrere momenti indimenticabili tra panorami mozzafiato e rifugi incastonati tra le vette più alte.
Il celebre Sentiero Roma nel Val Masino si distingue per il suo percorso tra il rifugio Omio, collocato a 2100 metri di altezza, e il passo Cameraccio, posizionato a 2950 metri. Il suo completamento richiede solitamente tre giorni di marcia.
Diversamente, l’Alta Via della Valmalenco si articola in otto segmenti per una distanza complessiva di 110 km, lambendo l’intero arco montuoso della Valmalenco e toccando le catene montuose del Disgrazia, del Bernina e dello Scalino.
Inoltre, la Valtellina è attraversata da itinerari molto famosi come la Via Alpina, un insieme di cinque percorsi escursionistici che si sviluppano per più di 5000 km e coinvolgono 342 tappe giornaliere, passando attraverso otto nazioni alpine. Si inserisce anche nel percorso del Sentiero Italia, uno dei trekking più estesi a livello globale, con un’estensione di oltre 6000 km, attraverso l’arco alpino e gli Appennini.
Una bellissima alternativa è la Via dei Terrazzamenti, un percorso pedonale che si sviluppa tra i vigneti terrazzati e i borghi pittoreschi della Valtellina, da Tirano a Morbegno. Promette viste panoramiche che vanno dai 300 ai 700 metri d’altitudine e affascinanti scoperte architettoniche, sia civili che religiose, testimoni della ricca storia del territorio.
Chi percorre la Via dei Terrazzamenti avrà modo di immergersi totalmente nella cultura e nelle tradizioni locali, avendo infine la possibilità di essere ammaliato dai panorami suggestivi e dall’abbondanza di opere architettoniche di grande valore.
Per chi è alla ricerca di itinerari storici o luoghi di culto, la Via Spluga e la Via Bregaglia nella Valchiavenna sono meta da non perdere, così come le varie rotte che ripercorrono il teatro della Prima Guerra Mondiale, come quelle situate alle alture del Passo dello Stelvio o dell’Ablès nella bellissima Valfurva.
Nell’ambito religioso, vanno menzionati il Sentiero Rusca, che connette Sondrio al Passo del Muretto, il Cammino Mariano delle Alpi, un percorso di 160 chilometri suddiviso in otto tappe che culminano nel Santuario della Madonna di Tirano, il Sentiero della Rosa Rampicante e il percorso che ripercorre le vie di Don Guanella.
Rifugio Cristina nell’Alpe Prabello
Si può accedere al sito tramite l’ultimo tratto della strada per Campo Moro, oppure dal Rifugio Zoia.
Optando per iniziare dal Rifugio Zoia (m2021), è possibile lasciare l’auto nel comodo grande parcheggio a pagamento situato poco sotto al rifugio. Da questa location inizia un ampio percorso panoramico in lieve inclinazione che conduce prima all’Alpe Campagneda, e poi con una minore ascesa all’Alpe Prabello (m2226, h1.00).
Il rifugio, eretto nel 1924 da Ersilio Bricalli in onore di sua moglie Cristina, viene tutt’ora gestito dalla stessa famiglia (attualmente alla quarta generazione), da Vania e Valentina, le bisnipoti.
Se decidiamo di proseguire con il Rifugio Cristina dietro di noi, varrebbe la pena avanzare verso la piccola chiesa, e poi ulteriormente avanti per circa 5 minuti: è qui che il sentiero “balcone” di roccia termina e offre una vista panoramica sulla Valmalenco completa e su un impressionante bosco di larici. Di fronte a noi, possiamo scorgere il Disgrazia e il Cassandra, e le vette del Bernina a destra.
Ritorniamo poi al parcheggio seguendo il medesimo percorso intrapreso all’andata (h0.45).
Anello del Rifugio Benigni e dei Laghi Trona e Zancone
Esplorando le vette e i laghi della alta Val Gerola, è possibile imbattersi in un percorso vibrante di colori che offre scorci magnifici sulle punte valtellinesi e sui quattro laghi orobici. Il percorso inizia a Gerola Alta e prosegue fino alla località Pescegallo, dove si può lasciare l’auto in un ampio parcheggio vicino alla seggiovia per il Rifugio Salmurano.
Il sentiero che inizia alla destra di un ruscello, sarà pianeggiante e panoramico e vi condurrà attraverso un affascinante bosco di conifere, fino a raggiungere il lago di Pescegallo. Per accorciare l’itinerario, si può comunque utilizzare la seggiovia.
Una volta raggiunto il Rifugio Salmurano, il paesaggio diventa più selvaggio e aspro. Superato un tratto roccioso, si arriva al Rifugio Benigni, un piccolo rifugio circondato da stambecchi incuriositi dagli escursionisti che affollano il luogo nelle domeniche estive.
Il percorso prosegue scendendo in una piccola valle e raggiungendo il Passo Bocca di Trona attraverso alcuni tornanti. Da qui, il panorama offre una vista mozzafiato sui laghi Zancone e Trona. Subito dopo un cimitero di massi crollati, si arriva al Lago Zancone, ideale per una sosta tra i rododendri.
L’itinerario termina costeggiando il bacino artificiale di Trona e imboccando un sentiero che attraversa boschi, pietraie e prati fino a Pescegallo. Dopo aver superato un piccolo stagno, il sentiero entra brevemente nella Val Tronella, prima di tornare al punto di partenza, il parcheggio della seggiovia.
Rifugio Gianetti
Il famoso Rifugio Gianetti è circondato da un cerchio di cime granitiche presenti nell’alta Val Porcellizzo, tra cui il Pizzo Porcellizzo, il Badile, il Cengalo e il Pizzo del Ferro sulla parte destra. Il rifugio è anche un punto di sosta sul Sentiero Roma, ed è l’ideale per proseguire verso altri rifugi come Omio o Allievi.
L’avventura inizia a Bagni del Masino (m 1172, parcheggio a 5€) da dove si inizia la risalita lungo una vecchia strada mulattiera del secolo XXVII a.C.. Gran parte del percorso si snoda attraverso un bosco fino a raggiungere il pianoro della Casera Porcellizzo. Lungo il percorso si trovano punti d’interesse come le “Termopili” (m 1415), due enormi rocce sovrapposte che creano un passaggio stretto evocativo della famosa battaglia greca. Poco più avanti si trovano le cascate della Val Porcellizzo.
Una volta raggiunto la Casera Porcellizzo (m 1899, h 2.00), ci si trova fuori dal bosco, e il panorama di montagne rocciose che delimitano la valle sembra crescere ad ogni passo. Da qui, seguendo un sentiero di pendenza stabile ma un po’ ripetitivo, si arriva al Rifugio Gianetti (m 2534, h 1.30).
Per escursionisti più avventurosi e in forma, si consiglia di attraversare il Rifugio Omio utilizzando il sentiero attrezzato del Passo del Barbacan (circa 3 ore) e poi scendere a Bagni del Masino (h 2.00).
Rifugio Gerli Porro e Sentiero Glaciologico del Ventina
Ventina Ghiacciaio
Custodito tra le maestose figure del Disgrazie e del Cassandra, il Ghiacciaio della Ventina (o del Ventina) è uno dei gioielli naturalistici più preziosi della Valmalenco e dell’area valtellinese in generale. Questo ghiacciaio è uno dei più facilmente raggiungibili delle montagne lombarde. Purtroppo, il generale scioglimento dei ghiacciai, in atto da più di un secolo, ha avuto un impatto significativo anche su quello della Ventina, che ogni anno perde decine di metri, rendendo sempre più faticoso raggiungere il suo fronte.
Percorso da Chiareggio al Rifugio Gerli Porro e al Rifugio Ventina
Il punto di partenza è Chiareggio (m1612). Attraversando l’intera cittadina, si arriva a un ampio parcheggio con fondo di ghiaia, situato sotto le abitazioni di Chiareggio, vicino al fiume Mallero. Una volta parcheggiata la macchina, si attraversa il Mallero attraverso un piccolo ponte, dopo il quale la strada si curva a destra per addentrarsi lentamente nella valle del Ventina.
Il percorso si snoda all’interno di un fitto bosco di pini e larici, che oscura gran parte del panorama. Solo più in alto, poco distante dall’arrivo, si abbandona il bosco per attraversare un vasto campo di pietraie su un comodo sentiero. Da qui si ha una vista stupenda su questa parte della Valmalenco, con l’impressionante incisione a V del passo del Muretto, verso nord. Pochi metri ancora e ci si affaccia alle spalle del Rifugio Gerli-Porro, situato all’estremità settentrionale dell’Alpe Ventina (m1960, h1.00).
Sentiero Glaciologico Vittoria Sella per il Ghiacciaio della Ventina
Un’altra ipotesi di percorso è il Sentiero Glaciologico Vittoria Sella, segnato da segni blu e dotato di targhe che indicano la posizione del fronte del ghiacciaio in diversi momenti del secolo scorso. Tale sentiero inizia oltre la piana e il Rifugio Ventina, mettendoci sul lato orientale della valle. Senza badare alla deviazione per il Passo Ventina, il percorso penetra nel vallone semicircolare scavato dal ghiacciaio. In seguito, la cresta della morena alla nostra sinistra si innalza gradualmente, mostrandoci lo spessore che il ghiacciaio aveva raggiunto durante il picco della piccola era glaciale.
Una volta raggiunta la base di un gradino, il sentiero glaciologico si abbandona e si continua lungo ripidi percorsi rocciosi. Guadagnato il pianoro, ci si trova di fronte alla fronte di Ventina (h1.30) in tutta la sua imponenza.
Sul percorso di ritorno, si discende il gradino per superare il torrente su di un ponte e completare il percorso del sentiero glaciologico sul lato occidentale della valle. Da qui, si ritorna all’Alpe Ventina (h1.00) e si scende a valle lungo la stessa strada utilizzata al mattino (h0.45).
Non solo possono semplificare la pianificazione di un'escursione, ma possono anche fornire supporto durante il…
Queste innovazioni nell'abbigliamento da trekking consentono agli escursionisti di godere appieno delle loro avventure outdoor…
Questo tipo di esperienza, soprattutto tra le maestose Dolomiti, permette di riscoprire l’equilibrio interiore e…
Una volta intrapresa l'escursione, rimanere vigili e interpretare correttamente i segnali che la natura offre…
Le opzioni disponibili si dividono principalmente in due categorie: softshell e hardshell. Scopriamo le differenze…
La formazione della condensa è influenzata da diversi fattori, tra cui l'umidità del terreno, la…