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Trombicula, un acaro al quale bisogna stare attenti

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Redazione Gente

Questo parassita è noto per le sue larve di colore rosso e arancione che vivono sulla superficie corporea degli esseri umani e degli animali

La trombicula, o Neotrombicula autumnalis, rappresenta un piccolo acaro autunnale capace di provocare fastidiose reazioni cutanee a chi si avventura in montagna o lavora tra la vegetazione. Questo parassita, appartenente alla famiglia dei Trombiculidae e classificato nella classe degli aracnidi, è noto per le sue larve di colore rosso e arancione che vivono sulla superficie corporea degli esseri umani e degli animali, nutrendosi della pelle e dei detriti cellulari.

Dove trovare la trombicula e che cosa si rischia

Diffuso in diverse regioni italiane come la Toscana, il Gargano, le province di Matera e Benevento, oltre al nord-est del Paese e alle Dolomiti, questo acaro predilige ambienti umidi vicino all’acqua o nelle boscaglie. Le larve possono infettare roditori, cani, uccelli, rettili ed occasionalmente gli esseri umani attaccandosi prima ai vestiti per poi prediligere parti del corpo come caviglie, gambe e inguine.

La trombiculosi: il prurito irresistibile

Le punture di trombicula rilasciano una sostanza chimica che uccide le cellule della pelle formando uno stilostoma attraverso cui l’acaro si nutre. Questo processo causa una irritazione cutanea nota come trombiculosi, caratterizzata da gonfiore e prurito intenso per le prime 24-48 ore dopo il contatto con l’acaro.

Come prevenire l’incontro con la trombicula

Per evitare punture di trombicula è consigliabile indossare abiti lunghi quando ci si trova in zone potenzialmente infestate da questi parassiti. L’utilizzo di repellenti specifici per zanzare e zecche può essere efficace anche contro la trombicula. Inoltre lo zolfo rappresenta un valido alleato nella prevenzione delle punture applicando polvere sul bordo dei pantaloni o direttamente sulla pelle.

Il ciclo vitale di una trombicula | Photo by Bugboy52.4 licensed under CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/deed.en) – Gentechevainmontagna.it

Dopo ogni escursione in zone a rischio è importante lavarsi accuratamente con acqua calda ed eventualmente lavare gli indumenti ad alta temperatura per eliminare eventuali larve presente.

Quando diventa necessaria una terapia

Sebbene non contagiosa, la trombiculosi può richiedere trattamenti antiparassitari o corticosteroidi topici per alleviare i sintomi del prurito che persiste fino all’eliminazione dello stilostoma dal corpo. In casi rari possono essere necessari antibiotici orali.

Pur non essendo generalmente grave dal punto di vista sanitario, l’incontro con la trombicula richiede una certa attenzione soprattutto nei mesi autunnali quando questi acari sono più attivi. Una corretta prevenzione attraverso abbigliamento adeguato ed uso di repellenti specifici può ridurre significativamente il rischio di punture fastidiose durante le escursioni nelle aree a rischio.

Redazione Gente

Vado in montagna una volta l'anno e mi sento Messner

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