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Rifugi ad alta quota, 6 incredibili strutture futuristiche sulle Alpi

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Marco Garghentino

Pronunciando la parola rifugio, l’immagine che viene immediatamente alla mente è quella di una struttura in legno o in pietra situata sulle Alpi o in alta montagna e creata con lo scopo di offrire ristoro e riparo ad alpinisti ed escursionisti impegnati sui sentieri.

Non sempre, però, questa definizione è utile a descrivere perfettamente i rifugi che è possibile incontrare in vetta.

Sulle Alpi ne esistono alcuni davvero particolari e dall’aspetto decisamente futuristico. Un mix di design e apparecchiature hi-tech.

Curiosi di scoprire quali?

Rifugio Oberholz

Il Rifugio Oberholz si trova a quota 2.096 metri, nella località di Obereggen (BZ), nel cuore delle Dolomiti, sulle Alpi.

Si tratta di una struttura dal design moderno e inserita perfettamente nel contesto naturale che la circonda.

Immagine | Sito web Rifugio Oberholz – Gentechevainmontagna.it

La struttura affaccia sul massiccio del Latemar ed è composta da grandi vetrate panoramiche, capaci sia di offrire una suggestiva finestra sulle Alpi che riparo a chi decide di trascorrere qualche ora al suo interno.

È composta da tre salette con vista sulla pista da sci di Oberholz e la forma si ispira al tipico tetto a due falde.

Osservando la struttura dall’esterno, sembra di vedere un albero disteso in fase di crescita e con ramificazioni formate da travature in legno.

La facciata esterna è interamente in larice, mentre la struttura portante e parte del rivestimento interno sono realizzati con abete rosso.

Questo rifugio è perfetto per chi vuole fermarsi a riposare per qualche ora e rifocillarsi, ma non per chi è alla ricerca di un posto dove dormire. Non dispone, infatti, di alcun posto letto.

Cabane du Velan

Il Cabane du Velan è un rifugio di proprietà del Club Alpino Svizzero, costruito sulla riva sinistra del Glacier de Tseudet, a 2.642 metri.

Si trova a nel Basso Vallese, per essere più precisi nel territorio di Bourg-Saint-Pierre, dove si presenta come una moderna capanna ai piedi del Grand Combin.

La struttura è in legno rivestito in metallo e ricorda la forma della prua di una nave. Molto particolari le finestre, le quali danno anche la possibilità di vedere cosa accade sulla strada che porta al passo del Gran San Bernardo.

Qui sono presenti 60 posti letto, perfetti per riposarsi e riprendere le forze se l’obiettivo è quello di raggiungere la vetta del Mont Velan, a 3.731 metri sulle Alpi.

Rifugio del Gouter

Il Rifugio del Gouter è famoso per essere il rifugio più alto di tutta la Francia.

Si trova, infatti, a 3.835 metri lungo la Via Normale, utilizzata solitamente come salita al Monte Bianco dal lato francese.

È un rifugio abbastanza moderno, visto che è stato costruito nel 2013, in sostituzione del vecchio rifugio del Gouter.

Quest’ultimo fu realizzato, invece, nel 1962 dal Club Alpino Francese, come sostituzione a sua volta di un primo piccolo rifugio eretto nel 1906.

La struttura esterna è formata da pannelli in inox, particolarmente utili per adattarsi alle importanti escursioni termiche che caratterizzano l’alta quota e per resistere a venti da oltre 240 km/h.

Il rifugio è dotato anche di un impianto a biomassa capace di produrre l’80% dell’energia termica e di diversi pannelli solari utili a soddisfare il 20% del fabbisogno di energia elettrica.

Non solo. Un sistema combinato permette, anche, di recuperare il 100% delle acque reflue, mentre la struttura interna del rifugio è stata costruita nel rispetto dei principi costruttivi delle case passive, ovvero utilizzando pannelli isolanti in fibra di legno riciclato, forniti direttamente dal vicino comune di Saint Gervais (viene così ridotto ulteriormente l’impatto ambientale, ndr).

Rifugio Gonella

Il Rifugio Gonella è situato a Courmayeur (AO) ed è di proprietà del CAI di Torino, in comproprietà con la sezione UGET Torino.

Posto a 3.071 metri in Val Veny, funge da avamposto per la salita al Monte Bianco dalla normale via italiana, un sentiero poco battuto e sicuramente più selvaggio: la cosiddetta Via del Papa.

Il rifugio si trova sopra uno sperone roccioso sulla sommità del ghiacciaio Dome, ai piedi dell’Aiguilles Grises, dove nel 1891 era stato costruito un primo rifugio di supporto per chi tentava la scalata al Monte Bianco dal versante italiano.

Il nome è un omaggio all’alpinista torinese Francesco Gonella, mentre l’originale struttura in legno è stata ampliata con parti in muratura nel 1962, prima di essere definitivamente abbattuta e ricostruita nel 2007.

Il nuovo rifugio è stato inaugurato, poi, nel 2011 e da allora offre riparo e ristoro a chiunque passi da questo lembo di terra.

Kezmarske Hut

Il Kezmarske Hut è un rifugio tra i più particolari al Mondo. Uno dei più futuristici tra quelli che si possono trovare sulle Alpi.

Nella forma ricorda quella di un cubo di Rubik o di ghiaccio. Una dimensione scelta da Martin Krupauer e Jiříi Střítecký, vincitori del concorso internazionale Kežmarská Chata, nonché progettisti dello studio di architettura Atelier 8000, in Repubblica Ceca.

Progetto nato nel 2014, si tratta di un ecorifugio da costruire sugli Alti Tatra, al confine tra la Cecoslovacchia e la Polonia, capace di provvedere in autonomia al soddisfacimento del proprio consumo energetico.

Il cubo sembra quasi essere caduto dal cielo, tanto che una delle sue punte è inserita nel terreno. Le facciate sono suddivise in pannelli quadrati di alluminio, vetro e materiale fotovoltaico, mentre a lasciare disorientati è la particolare inclinazione data al cubo.

I disegni del progetto presentano un edificio di cinque piani, di cui uno interrato, e la forma è stata scelta per sfruttare al meglio l’energia solare.

Immagine | CAI di Torino – Gentechevainmontagna.it

Rifugio al Sasso Nero

Il Rifugio al Sasso Nero è il più alto delle Alpi della Zillertal.

Esso, infatti, si trova a 3.026 metri di quota, nella Valle Aurina (BZ), dove è stato costruito tra il 2016 e il 2017.

Il Rifugio al Sasso Nero è stato eretto in sostituzione di un vecchio riparo originariamente creato dal Club Alpino Tedesco nel 1894 e passato poi al Club Alpino Italiano nel 1921.

Dal 1964 al 1972 il rifugio diventò un posto di frontiera militare, mentre nel 1978 tornò nelle mani del CAI in Italia.

Nel 2019 l’inaugurazione del nuovo rifugio, il quale appare come un corpo isolato che segue il pendio in discesa, dalla forma esagonale irregolare.

La struttura, realizzata con pannelli prefabbricati di tavole di abete rosso, si restringe sempre più verso l’alto, dove è collocato un impianto fotovoltaico di 90 metri quadrati.

Marco Garghentino

Brianzolo dal 1996, ho sempre pensato che la comunicazione sia la principale arte che l’uomo ha sviluppato nei secoli. Amo lo sport, conoscere il Mondo ed essere informato. Ogni vita ha una storia e spesso vale la pena raccontarla.

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